MANUELA ARCURI ISTANTANEE DAL PALCO RICORDANDO LA SUA LATINA

21 gennaio 2017

di Giovanni Curatola

Che alle tentazioni gastronomiche nostrane non sfugge nessuna star ogniqualvolta il suo destino professionale la catapulti all’ombra di Monte Pellegrino, è cosa nota. Vittima di turno, Manuela Arcuri, in scena fino al 29 gennaio al Teatro Massimo di Palermo con la commedia “Bravi a letto”, e che con Palermo città ha un feeling ormai collaudato, sfizi culinari inclusi come l'amore per le panelle:

<<Da quando, tanti anni fa, alcuni amici mi hanno portato a Mondello a mangiarle, non ci rinuncio proprio più. All’inizio le ho assaggiate quasi per scherzo, non pensavo fossero così buone. Sono diventate un punto di riferimento, una tappa obbligata, per ogni mio soggiorno palermitano>>.

- Che rapporto hai con questa città?  

 <<Splendido. La gente è aperta e solare come piace a me e come credo di essere anch’io. A Palermo mi sono trovata sempre a mio agio: si mangia bene (verissimo), c’è sempre il sole (quasi) e si vive alla grande (Sì e no. Spiegarne le ragioni ci porterebbe lontano, per cui meglio lasciarglielo credere e proseguire)>>.

- Non sei nuova alla città e neppure ai suoi teatri. Ma è la prima volta che ci torni da mamma. Mattia?

<<Lo vedrò fra 3 giorni. Oggi è il debutto, che per uno spettacolo teatrale è sempre lo scoglio più impegnativo: c’è una tensione indescrivibile perché sai che alla “prima” viene la gente più critica e attenta al minimo errore. E al mio piccolo (2 anni) voglio trasmettere meno stress possibile. Per questo lo riabbraccerò lunedì. Non vedo l’ora. Sarà banale dirlo ma è con un figlio che una donna si completa a 360 gradi. Puoi sentirlo dire mille volte ma lo capisci solo quando lo provi, quando il centro della tua vita si sposta da te a lui e questo “esserino” diventa davvero la luce dei tuoi occhi>>.

- Da prostituta in “Pretty woman” ieri a suora poco puritana in “Bravi a letto” oggi: in questo teatro ti toccano sempre personaggi comici dove l’eros è costantemente l’argomento principale ma mai trattato in maniera volgare…

<<Esatto, far ridere è la cosa più gratificante per chi sta sul palco. Ti carica. E coi panni di questi personaggi si raggiunge perfettamente lo scopo. E soprattutto nel finale di “Bravi a letto” si lancia un messaggio chiaro e preciso: l’amore che, al di là del viverlo da uomo o da donna, è la cosa più importante di tutte>>.

- Manuela, la nostra testata tratta prevalentemente i ricordi. Tu hai vissuto tutta la tua infanzia e la tua giovinezza a Latina, una città che non ti evoca solo memorie passate ma fa anche parte del tuo presente…

<<Latina è stata la città dove sono felicemente cresciuta, ma non le devo molto solo per questo. Continua ad essere il mio nido, il mio piccolo rifugio dove quasi ogni settimana, quando posso permettermelo, scendo a rilassarmi e a ritrovare quella tranquillità che la vita caotica e frenetica della capitale e delle grandi città inevitabilmente mi toglie. Ho ancora la famiglia lì, ho tanti amici, dove rigenerarmi se non proprio lì? Dove la vita scorre sempre a dimensione d’uomo e di donna. Oggi come quando ero bambina…>>.

Non fa in tempo a iniziare a srotolarsi, il gomitolo dei ricordi, che è già tempo di riporlo nel cassetto. Resterebbe ancora a raccontare di sé, la Manuela nazionale, se non fosse che il suo staff invita l'attrice ad alzarsi dalla sedia della platea - dove ha concesso a www.ilgiornaledelricordo.it queste righe - per prepararsi per andare in scena e dove fra un’ora e mezza qualcuno l’applauderà. Manuela Arcuri incede verso il camerino, smorzare un momento la tensione prima del palco perché la “prima” è sempre la “prima”…

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