FEMMINICIDIO SAMAN - I RETROSCENA

01 maggio 2024

di Paola Bonacina

Saman Abbas non è stata uccisa per il no alle nozze combinate e non si esclude che ad ammazzarla sia stata la madre. Nelle motivazioni alla sentenza sull'omicidio della 18enne di origini pakistane (uccisa nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021 a Novellara), secondo la Corte, a giocare un ruolo determinante nelle scelte prese da Saman Abbas nell’ultimo periodo e nelle sue continue fughe dalla comunità, è stata la relazione con Ayoub Saqib, conosciuto su TikTok.

“Nonostante i tentativi di intermediazione messi in atto” – si legge nelle oltre 600 pagine del provvedimento – “in diverse occasioni Saman si era allontanata dalla struttura all’insaputa o nonostante il dissenso degli educatori e del servizio, al fine di incontrare Saqib.”  “La sciagurata ed estrema soluzione e' stata adottata perche' ci si trovava di fronte al pericolo di una nuova fuga della ragazza, ossia il rischio da loro piu' temuto, in quanto maggiormente disapprovato” scrivono ancora i giudici. La Corte di assise ha escluso la premeditazione come aggravante dell'omicidio per il quale sono stati condannati all'ergastolo i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen e a 14 anni di reclusione lo zio Danish Hasnain. Affermazione che, per i giudici conferma che la decisione sia stata assunta quella sera, nel corso delle telefonate citate e in modo del tutto estemporaneo. La decisione di uccidere Saman Abbas sarebbe stata concordata dai genitori nel corso delle telefonate con lo zio Danish Hasnain e questo lo dimostrerebbero le condotte dei due in occasione dell'uscita di casa con la figlia, documentate dalle telecamere la notte del 30 aprile 2021. Per i giudici (presidente Cristina Beretti, estensore Michela Caputo) “eloquenti ed espressivi” sono le movenze e il contegno dei due, ripresi dalle telecamere del casolare di Novellara, la notte del 30 aprile 2021. La madre, in modo fermo e determinato, bloccando con un gesto risoluto il marito, si inoltra sulla carraia con Saman“per quel minuto che non consente di escludere sia stata lei l’esecutrice materiale”.

Il marito, che “si mostra tormentato, assumendo atteggiamenti che danno conto della drammaticità di ciò che sta accadendo, ma che lui resta ad osservare, senza far nulla”. Confermando così “la sua adesione psicologica piena al fatto”.  Inoltre, si parla del fratello di Saman, minorenne all’epoca dell’omicidio, considerato testimone chiave dell’accusa. La sentenza arriva alla conclusione di ritenere “fondato il sospetto che le sue dichiarazioni siano state condizionate dalla paura di essere coinvolto lui nella vicenda e dalla costante preoccupazione di tutelare i genitori, nella convinzione, invero fondata, di essersi ormai conquistato la fiducia degli inquirenti.

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