IMPROVVISAMENTE ... NIENTE

18 luglio 2019

di Raffaella Iannece Bonora

“Improvvisamente … niente!” è il primo, ultimo, unico, enigmatico libro scritto da Francesco Paolantoni anche se lui non vuole che venga chiamato libro, preferisce definirlo « libretto … libercolo … l’ibrido … vabbè, quello che è è » o, ancora, « questo ammasso di fogli, questo fogliame », un insieme di pezzi di carta che, rilegati, hanno dato vita ad un piccolo e prezioso volume, una summa del pensiero non tanto comico del grande comico. Francesco Paolantoni oggi è un artista che non ha bisogno di presentazioni, tuttavia mi va di riportare la descrizione che fa di lui il grande “Ernest Hemingway” che, in collaborazione con l’amico Stefano Sarcinelli, ha firmato la Prefazione: « sapiente attore di teatro e di cinema, comico televisivo inventore di maschere indimenticabili […]. La sua sagace e irriverente penna passa da un aforisma a un dialogo esilarante, da un’analisi accurata sul rapporto uomo donna a raffinati giochi nonsense […] uomo di brillante intelligenza e di estrema sensibilità», e se lo dice Hemingway c’è da fidarsi.

“Improvvisamente … niente!” è un libro nato quasi per caso, sicuramente per gioco e che, solo successivamente, si è rivelato essere espressione profonda del pensiero di Paolantoni. Perché nato per caso? Perché in tutti questi anni Paolantoni di testi ne ha ideati molti ma non aveva mai pensato di dedicarsi ad un volume da biblioteca, un bel giorno però viene contattato dall’amico Stefano Sarcinelli che, circa un anno fa, ha inaugurato “Vedi, vidi, risi”, una collana che raccoglie tutta la comicità italiana e, in questa collana, si incastra perfettamente il lavoro di Paolantoni, « non mi era mai passato per la testa di scrivere un libro perché io credo che ognuno debba fare ciò che sa fare meglio, lo scrittore è un altro mestiere, io mi posso divertire a scribacchiare delle cose» ha affermato con molta umiltà il maestro alla presentazione del 20 maggio, quando è stato ospite della rassegna Eboli Legge, non solo per presentare la sua ultima creazione ma anche, e soprattutto, per allietare il pubblico, un pubblico entusiasta della sua presenza, donando gioia anche in posti dove il sole splende molto di rado, come all’I.C.A.T.T.- Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze, dove ha dialogato con i ragazzi del centro, cercando di regalare loro un sorriso prezioso. «Voi mi ringraziate», ha esordito Paolantoni dopo la visita, durante la presentazione nella Sala Concerti San Lorenzo, «ma sono io a dover ringraziare voi. L’affetto che ho sentito da parte loro e da parte vostra, è un regalo meraviglioso». Queste ottanta, sudate, pagine, sono nate quindi così, dieci alla volta, a puntante, sotto insistenza di Sarcinelli. La prima impressione? Un libro esilarante, comico, divertente. La seconda? Un libro profondo, che parla molto al lettore e rivela molto anche dell’autore. «L’umorismo è la parte amara della risata […]. Esso è determinato dalla delusione dell’uomo che è per sua natura ottimista», diceva Eduardo De Filippo, e questa filosofia sembra sposare perfettamente il libro di Paolantoni. I primi capitoli iniziano come una chiacchierata rilassata con il suo pubblico, come se fosse seduto al bar con il lettore e stessero decidendo insieme di cosa discutere. Dopo varie battute, leggere solo all’apparenza, ma che nascondono una satira pungente, ci rivela che vuol parlarci d’amore. Parte dai rapporti uomo donna, dalle incomprensioni che spesso si creano fra i due sessi e finisce col parlare di sé, della sua solitudine, della sua malinconia, del suo essere prevenuto, della convivenza con l’unica femmina davvero importante di tutta la sua vita: Luisa, una meravigliosa gattina. Tutto questo riflettere e analizzarsi è spezzato da battute divertenti, pagine bianche per far riposare il lettore, spazi rubati dalla sua micina che si diletta a passeggiare sulla tastiera o richieste d’aiuto del capitano Kirk. Interessanti le rivisitazioni delle favole di una volta come La Bella Addormentata nel Bosco o Cappuccetto Rosso o, ancora, le letterine a Babbo Natale dove, fra una risata e l’altra, uno sfottò e l’altro, scrive « e magari alle prossime elezioni ti presenti pure, che secondo me in questo momento sei la persona più credibile». Parla di povertà, invitando i genitori dei bambini ricchi a fare del bene a chi non ha i loro stessi mezzi, parla di donne forti, di donne di altri tempi, scherza sui luoghi comuni, scardina i luoghi comuni quando afferma « io sono di Napoli, ci tengo molto ad esserlo ( per me è importante ESSERE napoletano e non FARE i napoletani) e difendo a lancia tratta una Napoli che si dovrebbe tutelare», prende in giro i movimenti politici attuali, sottolinea come la società ci voglia superficiali, superficiali non leggeri « perché la leggerezza è una cosa e la superficialità un’altra, la confusione non va bene, bisogna avere idee ed opinioni precise e coerenti … anche se … anch’esse possono cambiare, anzi è segno di elasticità mentale». Scherza con le grandi opere del passato come La Divina Commedia o il Cinque Maggio, si confida col fogliame come con un amico o, ancor di più, con un diario, raccontandoci dei suoi quadri ad … olio? Quasi, a pane. «Come  a pane?» Vi starete chiedendo, si a pane ma per scoprirlo dovrete leggere il libro perché se vi racconto tutto io, poi, che sfizio c’è?

“Improvvisamente … niente!” si conclude in maniera originale, con pagine bianche per la fantasia dei lettori, foto di fogli stracciati, i ringraziamenti tutti da ridere ma, soprattutto, la dedica ai colleghi Jerry, Eddie, Steve, Jim, Robin e tanti altri, dulcis in fundo Antonio, a voi il piacere di scoprirne i cognomi. Cos’altro dire? Rubo le parole al libro stesso « Alla fine comunque ho capito che quando meno te l’aspetti … non succede niente!»

Improvvisamente … niente, se non lo leggete non succede niente ma se provate a tenerlo almeno sul comodino, così, come ferma carte e poi, che so’, in un giorno di pioggia, in un giorno di caldo soffocante, mentre non tenete proprio niente di meglio da fare, decidete di aprirlo scoprirete che, alla fin fine, qualcosa succede.

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