IL LAVORO CAUSA DI STRESS?

30 novembre 2016

di Anna Isabella Sanna

Le discussioni sullo stress causato sul posto di lavoro, ultimamente, si sono fatte incalzanti, tanto da nominare Sindrome da Burnout il male accumulato nei luoghi di lavoro. Il quadro clinico - accertato negli anni '70 da uno dei primi studiosi, lo psicologo statunitense Herbert J. Freudenberger - descrive una tipica forma di disagio psicofisico connaturata agli spazi lavorativi, una condizione di deterioramento delle nostre capacità di rispondere alle sollecitazione esterne. Lo stimolo, ripetuto più volte, raggiunge il soggetto alterando non solo le sue capacità di lavoro e la sua qualità produttiva, ma anche manipolando la salute del soggetto, che viene esposto - specie nelle frangia più debole psichicamente - a condizioni patologiche. Le persone, a volte, non sono in grado di affrontare le difficoltà che si presentano in ufficio; altre volte gli orari pesanti, le relazioni tra colleghi, l'insoddisfazione che deriva da ruoli e mansioni, contribuiscono ad acuire assenteismo, diminuzione della produttività aziendale e, talvolta, le dimissioni. L'apprezzamento e la gestione dello stress da lavoro correlato - già prevista dagli articoli 6 comma 8, lettera m-quater e 28 (comma 1-bis,) del Testo Unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro (Dlgs 81/2008) rientra, perciò, dal gennaio 2011 tra gli obblighi posti per legge in capo al datore di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro. Il fine del giudizio - da ripetersi periodicamente entro 3 anni - è fare luce sulle pecche dell'organizzazione aziendale, evidenziando lacune e falle che possono mettere a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori. Tipici sintomi della malattia sono: esaurimento, irrequietezza, nervosismo, insofferenza, sviluppo di progressivo di disinteresse per il lavoro e, tappa finale, apatia e cinismo. Maggiormente interessate al male - anche se gli studi non sono ancora riusciti a definire del tutto la correlazione tra lavoro e le categorie di professioni - sono coloro che operano a diretto contatto con il pubblico come le professioni d’aiuto o, in ogni caso, i lavori che richiedono costante contatto con forme di disagio e sofferenza (assistenti sociali, operatori sanitari, ma anche insegnanti, agenti delle forze dell’ordine o operatori nel volontariato). Secondo alcuni studi le cause del burnout sarebbero da ricercare nell’interazione tra il singolo soggetto e la specificità dell’ambiente sociale e lavorativo in cui è inserito. Personalità, motivazione, storia e interessi personali concorrerebbero quindi all’insorgenza della sindrome. Stress e lavoro, le possibili soluzioni. Per questa ragione, tra le dinamiche preventive del burnout viene certamente raccomandata anche una selezione del personale approfondita che tenga conto, oltre che delle competenze tecniche, anche di competenze cognitive, psicologiche e comunicative, così come dall’effettiva capacità di gestire una condizione di stress. Altrettanto importante sarà poi una perpetua formazione del personale, così come la capacità di creare un gruppo di lavoro coeso, i cui membri sappiano incoraggiarsi a vicenda, rispondendo, al tempo stesso, alle direttive chiare di una leadership sicura e in grado di offrire supervisione costante. Essenziale è quindi dar vita a un ambiente di lavoro che favorisca il benessere del dipendente, l’instaurarsi di relazioni collaborative e lo sviluppo di un elevato livello di motivazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it

 

News » SALUTE E BENESSERE - Sede: Nazionale | mercoledì 30 novembre 2016