Più abbiamo, meno siamo felici?
03 marzo 2025
Viviamo nell’epoca delle infinite possibilità: tecnologia avanzata, comodità a portata di mano, intrattenimento illimitato, cibo di ogni tipo, viaggi accessibili. Eppure, mai come oggi l’ansia, la depressione e l’insoddisfazione sono ai massimi storici. Come può essere possibile? Più abbiamo, meno siamo felici?
Un tempo, la felicità era legata ai bisogni essenziali: avere cibo, una casa, sicurezza. Oggi, invece, è una corsa continua verso il "di più": più soldi, più successo, più like, più esperienze. Siamo bombardati da immagini di vite perfette sui social, da pubblicità che ci dicono che per essere felici dobbiamo possedere qualcosa di nuovo, e da una società che premia il fare continuo, senza mai fermarsi a godere ciò che si ha.
Ma la scienza della felicità dice altro. Studi dimostrano che dopo un certo livello di benessere economico, guadagnare di più non aumenta realmente la felicità. Le cose materiali ci danno una scarica di piacere momentaneo, ma svanisce rapidamente, lasciandoci con il bisogno di qualcos’altro per riempire il vuoto. È il cosiddetto adattamento edonico: ci abituiamo in fretta alle cose belle e ne vogliamo sempre di più.
La vera felicità, invece, sembra risiedere altrove: nelle esperienze più che negli oggetti, nelle relazioni autentiche, nella gratitudine per ciò che già abbiamo. Alcuni studi dimostrano che aiutare gli altri, staccare dai social, immergersi nella natura e dedicarsi a passioni reali (non virtuali) aumentano il nostro benessere più di qualsiasi acquisto.
Forse il segreto della felicità non è cercare sempre di più, ma fermarsi un attimo e chiedersi: “E se fossi già felice adesso?”
di Giorgia Pellegrini
Foto libere da copyright
Video https://youtu.be/yg_gfwKh3wo?si=e8SwgcJCbIQJXY9B
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