Jennifer Radulovic, una natura poliedrica

25 agosto 2025

Storica, autrice, saggista, traduttrice, divulgatrice, cultural manager, consulente storica e archivistica, performer: Jennifer Radulovic è una vera e propria forza della natura. Dal 2016 a oggi ha progettato e organizzato eventi di story-telling in tutta Italia a cui hanno partecipato più di 40mila persone. Il 24 settembre torna in libreria con il suo nuovo romanzo: “Ragnar Lodbrok. Il favorito di Odino”.

- Storica, autrice, divulgatrice e molto altro ancora, il multitasking è la tua arma segreta, come riesci a organizzare e conciliare tutti gli impegni?

«Man mano che vado avanti nel mio percorso professionale ho sempre più impegni e non è per niente facile conciliare tutto, ma cerco di “dare un colpo al cerchio e uno alla botte”. Ci sono dei periodi in cui faccio più eventi e altri in cui ne faccio meno o affatto ed è in questi momenti che mi dedico alle mie pubblicazioni. Tuttavia anche la preparazione degli incontri richiede tempo. Per esempio una volta che ho studiato un argomento, mi sono documentata e ho trovato la mia chiave di lettura personale per raccontarlo, posso ripetere questo lavoro in diversi luoghi, ma quello che mi mette un po’ sotto pressione per questioni di tempistica è che affronto tanti temi diversi. Alcune cose le conosco da anni, ma per altre, quelle più recenti, è necessario comunque un ripasso, perciò diciamo che la mia vita è “leggere, scrivere, studiare”».

- “Amo l’atto di narrare in tutte le sue forme”, così ti presenti sia sui social che sul tuo sito internet, qual è l’aspetto di questa attività che ti affascina maggiormente?

«Questa frase è nata in maniera molto spontanea parlando con delle persone tempo fa per spiegare cosa facessi, perché per qualcuno che non mi conosceva era un po’ complicato capire cosa volesse dire fare la “studiosa” non in ambito universitario, ma divulgativo. Tenevo le narrazioni, ma era un periodo in cui collaboravo anche con una radio, Radio Popolare, con programmi miei, oggetto delle mie idee di cui ero autrice, ma anche conduttrice e speaker e poi scrivevo anche. Perciò nello sforzo di cercare di chiarire la mia attività mi sono accorta che il comune denominatore delle cose che facevo era raccontare. Narrare è la mia attività principale e la cosa che amo di più è che la posso declinare in vari contesti (un libro, un articolo, in televisione, in radio, in un podcast) e in varie forme (scritte o orali, dal vivo o a distanza)».

- Ti piace la storia da quando eri piccola, come nasce questa passione?

«Sin dall’infanzia sono sempre stata molto curiosa dal punto di vista intellettuale. Storia era la mia materia preferita e mi piaceva così tanto che avevo una tendenza a studiare anche le altre discipline con un approccio storico. Poi si possono cercare anche motivi più profondi, nel mio caso – ed è una lettura che ho dato a posteriori – il fatto che vengo da una famiglia multietnica. I miei parenti sono tutti originari di Paesi diversi, che hanno dovuto lasciare perché c’erano problemi. I loro spostamenti sono avvenuti a causa della storia e io ne sono il frutto. Dall’altra parte ciò ha comportato che non sappia quasi niente dei miei familiari: non ci sono foto e molti sono morti prima che nascessi. Perciò mi viene da immaginare che forse io studi storia per colmare il pezzo mancante della mia storia. Senza dubbio questa riflessionepiacerebbe molto a Freud!».

- Sempre parlando di indagini interiori, possiamo definire la tua natura “ibrida”? Da una parte la ricerca in biblioteca, dall’altra le performance sui palchi: nella vita di tutti i giorni ti reputi una persona più introversa o estroversa?

«Sono cambiata con gli anni. All’inizio della mia vita sono stata una bambina e poi un’adolescente estremamente chiusa: non parlavo con nessuno, non giocavo e non sopportavo rumori molesti, sembravo autistica, ma all’epoca nessuno parlava di autismo. Crescendo poi ho avuto bisogno di lavorare, di darmi da fare, quindi sono completamente passata dalla parte opposta: espansiva, logorroica, esibizionista. Tuttavia vivo momenti di grandi contrasti. Una parte della mia esistenza è dinamica e vorticosa, faccio eventi dove vedo centinaia di persone, mi devo spostare da una città all’altra e pensare a trucco, capelli, vestiti, luci; poi ci sono i periodi in cui sto chiusa in casa a scrivere e studiare. Quindi esuberante e amante della socialità, ma con spazi di silenzio e solitudine: è così che mantengo il mio equilibrio».

- Hai fatto la tua prima tesi di laurea con Alessandro Barbero, com’è stato conoscerlo e parlare con lui?

«È stata una bellissima esperienza. Quando sono arrivata all’Università del Piemonte Orientale ho frequentato la facoltà di Lettere e lui era uno dei miei insegnanti. In realtà lo conoscevo già: all’epoca collaboravo con un giornale locale di Vercelli e mi era capitato di intervistarlo in veste di romanziere, perché aveva appena vinto il Premio Strega. Da grandissima appassionata di storia e medievistica, già alla fine del primo anno di università avevo deciso di laurearmi in storia medievale. Ho scelto questa disciplina perché era quello che volevo fare nella vita, ma c’è stata la congiuntura meravigliosa che proprio il docente che la teneva fosse il mio prediletto. Siamo rimasti amici, ci diamo del “tu”, lo chiamo “Sandro” e per me rimane un punto di riferimento fondamentale».

- Durante i tuoi talk parli di tantissimi argomenti, spaziando dal Medioevo, all’Ottocento, alla storia contemporanea, c’è un tema che hai nel cuore?

«È difficile scegliere, dal 2016 a oggi ne ho fatti tanti. Cominciando dagli argomenti di storia medievale, ho molto a cuore quello su “Federico Barbarossa” , perché ho scritto anche un libro a riguardo. Poi sono una grande amante dell’età vittoriana e del misterioso e per questo mi piace raccontare “Dorian Gray”, ma in generale tutto quello che ha a che vedere con il tema doppio, dell’accettazione che ciascuno di noi dovrebbe fare del proprio “lato oscuro. Nell’età contemporanea il mio incontro preferito è quello che ho intitolato “Moda contro”, dove parlo della nascita del bikini e della minigonna. È una narrazione legata ai diritti di libertà, ma anche ai divieti che coinvolgono ancora oggi sia uomini che donne in termini di abbigliamento e aspetto».

- Il 24 settembre esce il tuo nuovo libro “Ragnar Lodbrok. Il favorito di Odino”, cosa ti ha portato a investigare il mondo norreno? E quali sono state le maggiori gioie - e eventuali difficoltà - che hai riscontrato durante la scrittura?

«Devo ammettere che il libro non è stato a prima istanza una mia idea, ho avuto l’onore di essere contattata dal gruppo editoriale Giunti Bompiani, che si era interessato a me. Nel 2025 Giunti esordiva con una nuova collana legata ad alcuni eroi mitici. Avevano già affidato due volumi ad altri due autori, su Lancillotto e Romolo, e a me hanno chiesto se volessirealizzare il re-telling del condottiero vichingo Ragnar Lodbrok. Ho aderito subito alla proposta con grande entusiasmo. Nonostante conoscessi già i vichinghi non li avevo mai approfonditi in maniera monografica, quindi è stata una bellissima occasione per farlo. È stato un viaggio meraviglioso, ma intenso perché per motivi di calendario editoriale ho avuto una scadenza abbastanza ravvicinata, a cui si sommavano gli incontri che avevo già programmato. Comunque il 30 giugno ho consegnato e devo ringraziare soprattutto la mia editor Mariachiara Riva per il grandissimo lavoro che ha fatto con me».

- Quindi Jennifer dove ti possiamo trovare a settembre?

«Il 6 settembre mi potete trovare al Castello di Lardirago (PV) con l’incontro “MedioevoMostruoso”. Il 7 al Festival Giaveno Gialla (TO) con “Serial killer vittoriani”. Il 19 settembre sarò presente al Parco del Castello di Brescia (BS) con una narrazione all’aperto a lume dicandela in cui parlerò di “Agatha Christie, tra enigmi e misteri”. Il 20 ai Giardini Estensi diVarese (VA) presenterò “Arthur Conan Doyle, da Sherlock Holmes agli spettri”. Infine il 27 al Parco della Rocca Borromeo di Arona (NO) porterò un nuovo incontro, nato dal lavoro di ricerca che ho fatto per l’ultimo romanzo,“Vichinghi: la vera storia da Ragnar Lodbrok in poi”. Le date sul calendario sono in continuo aggiornamento e le potete trovare sul mio sito www.jenniferradulovic.com».

di Alessia Folli

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