REBENGA - IL FASCINO DELLA “LUNA”
27 novembre 2022
di Elisa Serrani
Quando energia e introspezione si intrecciano, il risultato ha un solo nome, Rebenga.
Dopo aver conquistato pubblico e critica con l’abbraccio elettro-pop del come back estivo “Cuore Rotto”, il duo di fratelli emiliani torna in radio e nei digital store con “Luna”, un pezzo dal quale è davvero impossibile non farsi travolgere.
La fresca e coloratissima attitude del pop si intreccia alle sfumature melodiche ribelli e incalzanti del punk, dando vita ad un coloratissimo ritratto di grinta e intimismo in grado di raffigurare in maniera impeccabile il carisma e la vivace personalità della band. La fine di una relazione diventa l’inizio di un nuovo percorso, nel quale Andrea e Fortunato analizzano il contesto sociale in cui sono e siamo inseriti, mediante un susseguirsi di riff accattivanti capace di smuovere teste ed animi.
Un tuffo nella spiritualità dei due giovani e brillanti cantautori da cui si evince la loro ricercatezza autoriale, frutto di un’inclinazione all’osservazione e all’autoanalisi degna di nota, che ritrae in musica uno spaccato onesto e sincero della contemporaneità di cui siamo artefici, tra invidie, egoismo, individualismo e sentimenti di odio e avversione.
«L'ego ci isola, l'odio scivola come saliva su una ferita» e «tu non lo sai ma hanno le orecchie pure le pareti», sono solo due dei molteplici passaggi di un brano che nell’equilibrio tra connubio e antitesi di suoni e liriche, immortala il desiderio di poter vivere senza il timore di giudizi e preconcetti, abbandonandosi solo ed esclusivamente al volere del cuore.
Ed è così che quel tuffo nella sensibilità dei Rebenga ci consente di immergerci tra le controverse e contrastanti consuetudini della nostra epoca - «per me sei quel posto fisso che non ho voluto» -, permettendoci di commisurare l’epilogo di una storia d’amore al mesto e fin troppo repentino declino di una società che nella costante ricerca di evoluzione e progresso, si dimentica fin troppo spesso di considerare l’emotività e l’universo interiore di chi la compone, trasformandosi ed avvicinandoci sempre di più a diventare un agglomerato, un insieme di individui a sé stanti, non curanti del sentire altrui, di quegli altri che diventano un bersaglio su cui riversare e scaricare tutte le nostre personali frustrazioni.
«Questo pezzo – dichiarano i due cantautori – parla della rottura di una relazione che fa aprire gli occhi al protagonista sull'ambiente dal quale è circondato, in cui regnano invidia, egoismo ed odio. Un mondo arrogante e per niente inclusivo, che lo porta a chiedersi se al di là di esso, nel fascino della Luna, troverà pace e fortuna».
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