STEFANO DURANTI POCETTI UNISCE POESIA E PROSA

29 agosto 2022

di Ilaria Solazzo

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista, ha intervistato per "Il giornale L'Ora" lo scrittore Stefano Duranti Poccetti autore di molteplici libri di successo.

Ilaria - La tua vita è circondata da parole: le scrivi, sui giornali e nei libri; le racconti in radio e non solo; le leggi fin da bambino. Come si è sviluppata questa affinità?
Stefano - Ciao Ilaria, ho iniziato a scrivere quando avevo 14 anni. Ricordo bene che mi affacciai dalla finestra della mia casa a Cortona, da cui vedevo la piazza principale. C’era un uomo seduto solo sulle scale del Comune ed allora scrissi la mia prima lirica, ispirata da questa immagine di solitudine.

Ilaria - Da dove è passato invece il tuo apprendistato da scrittore? Cosa ha formato la tua voce? E soprattutto come l’hai trovata, tu, la tua voce?
Stefano - Ci sarebbe da dire molto, ma devo essere sintetico. L’apprendistato di scrittore è avvenuto attraverso letture, incontri umani, vicissitudini esistenziali. Tanti fattori collimano per formare una propria idea di letteratura e ci vogliono tanti anni per trovare un proprio segno, che alla fine ho trovato con una poetica che unisce poesia e prosa, che è quella del frammentismo lirico, dove attraverso brevi frammenti in prosa racconto in modo evocativo una narrazione, tramite una struttura architettonicamente precisa. Così ho costruito molte opere.

Ilaria - Qual è il senso della letteratura, oggi?
Stefano - Dovrebbe essere lo stesso che ha sempre avuto, vale a dire quello di ampliare le nostre vedute e di farci vedere il mondo in modo diverso, possibilmente migliore. Dovrebbe riuscire a farci dialogare col nostro intimo, a farci conoscere lati nascosti di noi.

Ilaria - Ritieni che i social media abbiano una responsabilità forte legata al giornalismo ed alla divulgazione dei libri?
Stefano - Purtroppo i social media, come del resto il marketing in generale, sono entrati con forza anche in questo mondo. Uno scrittore, oltre a scrivere, deve essere bravo anche a promuovere la propria immagine, ciò significa che non per forza le opere migliori siano quelle più conosciute.

Ilaria - Qual è la cosa più divertente da ideare quando ci si accinge a scrivere un nuovo progetto editoriale?
Stefano - Nella fase d’ideazione non trovo niente di divertente, anzi, può essere molto faticoso. Il divertimento viene se, mentre scriviamo l’opera, le cose vengono facili e se una parola chiama l’altra. Se riusciamo ad entrare nel giusto ritmo e nel giusto flusso di pensieri allora, sì, scrivere si fa anche divertente.

Ilaria - Oltre al romanzo in uscita nel 2023, hai già nuovi progetti in mente?
Stefano - Oltre ai libri che dovranno uscire, al momento no, non ho niente in mente. Mi sono trasferito da pochi mesi in campagna e questo cambiamento ha provocato in me una perdita d’ispirazione. Per ora mi concentro a concludere i progetti già iniziati, poi vedrò.

Ilaria - Se potessi viaggiare nel tempo in quale epoca vorresti fermarti e perché?
Stefano - In ogni epoca in cui potremmo vivere credo che ne troveremmo sempre i pro e i contro, comunque sicuramente mi piacerebbe vivere la Parigi d’inizio Novecento, vivere una vicenda un po’ simile a quella del protagonista di 'Midnight in Paris' di Woody Allen.

Ilaria - Quale colore dell'arcobaleno ritieni ti rappresenti meglio e per quale motivo?
Stefano - Mi piace molto il blu, che per me è il colore della serenità.

Ilaria - Su quali altri valori basi la tua esistenza?
Stefano - Credo molto nel rispetto e sono sicuro che se rispetti sarai rispettato.

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