1986-87: il rosa che muore e quello che rinasce9/8/2022

Memoria per 1986-87: il rosa che muore e quello che rinasce

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1986-87: il rosa che muore e quello che rinasce9/8/2022

di Francesco Alessi

La calda estate del 1986 non aveva ancora chiuso i battenti quando presi coscienza che il Palermo non era più. Non non c'era più. Non era più. Era stato radiato per colpa di tutta una serie di debiti societari (un po' come e' successo qualche anno fa al magico Palermo di Zamparini) e non si era riusciti a trovare l'accordo per rifondare la societa' in tempi brevi. Vivevamo, noi a Palermo, una delle più calde estati di mafia che la mente d'uomo ricordi oggi nel 2022. Erano stati uccisi uomini delle istituzioni, Montana, Cassara' e l'agente Antiochia e si viveva in una stagione di terrore costante. Era stato anche ucciso l'ex presidente Parisi a Partanna Mondello e il suo autista. La mafia non ama i testimoni. Il Palermo era dunque "scomparso", come l'aereo sui cieli di Ustica qualche anno prima. Una rifondazione non la si vedeva nemmeno col binocolo, come si suol dire. Mi ritrovai a vivere questa realtà come una grossa ingiustizia. Percepii quell'assenza, una mancanza decisa dai vertici calcistici e considerai la vicenda con la maturita' di un quattordicenne a cui avevano fatto uno sgarbo.

La Juve, squadra amata da sempre dalla famiglia. La Juve, la squadra che nessuno osava mettere in discussione, la Juve dell'Heysel che imparammo a criticare, ad amare e odiare per aver giocato in quella situazione, non bastava più.  Non era questione di una squadra. Era un'isola, la mia isola, che aveva subito un torto. A poco sarebbe servito consolarsi con una macinascudetti e coppe del Nord.

Ebbi forse in quei giorni la consapevolezza che vi era gioia maggiore nel tifo per una squadra decisamente meno blasonata. Ma che per me significava appartenenza. Tutte le squadre, le sciarpe, le maglie hanno questo significato. A Palermo questo non poteva più essere. La squadra, semplicemente, non c'era più. Svanita. E così cominciai a tifare per il Messina, a gioire dei successi del Licata, sarei anche andato a fare il tifo ai Cantieri Navali, dove pure i palermitani andavano a seguire la Palermolympia, che prese i colori rosanero in omaggio al Palermo che non c'era. E lo vedevo io, quel campo dei Cantieri, dal balcone di casa mia, stracolmo di gente che amava Palermo e il Palermo, tifare come se fosse alla Favorita.

Prima di mettersi d'accordo e ridare il Palermo a Palermo e ai palermitani sarebbe anche passatao l'autunno, altri mesi di attesa, mentre, tifoso del Messina, godevo delle gesta di Toto' Schillaci, che ancora non era l'eroe di Italia 90, che presto sarebbe passato proprio alla Juve. Una squadra di talenti, pensavo, dove i Cabrini, Platini, Laudrup, Scirea erano delle realtà con cui chiunque doveva fare i conti.

Finalmente, il 6 gennaio 1987, la rifondazione. Pagati i debiti, le vicende pregresse non erano più attuali. Quello che contava era riprendersi la Favorita. Che era di nuovo nostra.  A fine agosto, tutti allo stadio, di nuovo, come un tempo. Al posto di De Rosa adesso c'era Nuccio che incantava con le sue rovesciate. C'era D'Este, c'era Casale. E molti altri. C'era Caramanno che porterà il Palermo nella serie C1, da dove la squadra purtroppo non salirà in B (complici anche due stagioni giocate a Trapani) se non dopo l'estate 1990, quella di "Ciao" di Bennato e Nannini e delle Notti Magiche. Uno stadio rinnovato per la gloria di una squadra che  era ancora in C. Ma che di li' a qualche anni ci avrebbe regalato la B , fino al compimento del sogno, la serie A nel 2004.

Oggi, a 37 anni di distanza mi rendo conto che il tempo e' in se una illusione. Che quel cuore batte sempre, che la speranza non e' vero che delude. Bisogna non perderla, perché a volte quello che più desideriamo non possiamo averlo subito. Dobbiamo avere calma. Aspettare. Arriverà un giorno.

L'amore per la squadra e la fede calcistica nascono anche dalla sofferenza. Soffrire ti porta ad accorgerti che qualcosa manca. Il Palermo era quel qualcosa che c'era anche se tifavo Juve. Ma non mi ero reso conto che avevano tolto a molti, a Palermo, le fondamenta per amare anche altre squadre. Lo avrei capito, anni dopo. E da allora il Palermo continua ad essere la sola, vera e grande fede calcistica che continuo ad avere. Forza grande Palermo,  bentornato in B!!

 

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