Vasco Rossi - Veri e falsi miti del Roxy Bar21/9/2021

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Vasco Rossi - Veri e falsi miti del Roxy Bar21/9/2021

di Giovanni Curatola

Sicuramente qualcuno, nel corso di tanti decenni, si sarà anche ritrovato a Bologna, al n.9 di via Rizzoli, per “bere del whisky” “come le star”. Ma quel locale non è mai stato un ritrovo di cantanti, artisti o roba del genere. Né soprattutto, contrariamente a quanto propagandato per tornaconto commerciale dai proprietari a partire dagli anni ’80, è mai stato frequentato da Vasco Rossi. Né abitualmente, né occasionalmente.

Parliamo naturalmente del “Roxy Bar”, locale aperto già alla fine degli anni ’50 lì, sotto i portici della centralissima via Rizzoli, a due passi dalle Due Torri e da piazza Maggiore. Un bar come tanti, che vive del suo zoccolo duro di clienti fissi, di quelli occasionali e soprattutto, essendo dietro il centro, di turisti. Sennonché, nel febbraio 1983, l’allora 32enne Vasco Rossi porta a Sanremo “Vita Spericolata”, una canzone che, pur piazzandosi paradossalmente penultima, ottiene specie fra i giovani un successo travolgente e inaspettato. E quella frase del ritornello che fa “E poi ci troveremo come le star / a bere del whisky al Roxy Bar” cambia la storia del locale. O meglio, la fanno cambiare i suoi gestori, che cavalcano l’onda appropriandosi di un personaggio subito spacciato per cliente abituale di un locale che lo avrebbe ispirato per il verso di quella canzone. I fans creduloni accorrono a frotte, i tavoli, le pareti, la scala e e i bagni del “Roxy Bar” subiscono scritte e incisioni di frasi, slogan, cuoricini, versi di canzoni del cantautore. Ma a subire di più è la loro speranza di vedere il proprio mito ad uno di quei tavoli. Speranza infranta, ma che furbescamente dal locale continuano ad alimentare ad arte dicendo ai fans delusi che Vasco era stato lì poco prima, che era andato via mezzora fa, che sarebbe tornato l’indomani, che è da un po’ che non lo si vede ma tornerà presto, magari per improvvisare lì qualche suo pezzo per il giubilo degli astanti, come a volte capita, e altre frottole simili.

La realtà è ben diversa. Sconoscendo quel locale, Vasco Rossi non avrebbe mai potuto citarlo in “Vita Spericolata”. Ad ispirarlo, è invece stato il “Roxy Bar” a sua volta citato da Fred Buscaglione in una vecchia e suggestiva canzone degli anni '50 molto amata da Vasco: “Che notte!”, dove si parla di una “bionda che fa il pieno al Roxy Bar, l’amichetta tutta curve del capoccia Billy Carr…”. Le tre sillabe “ro-csì-bàr” suonano bene. Orecchiabili, veloci e versatili, si possono facilmente adattare a tutto, anche al travaso in “Vita Spericolata”. Altri motivi non ce ne sono. Vasco continua a sconoscere l’esistenza di quel locale fin quando, è l’inverno del 1984, Red Ronnie non decide di portarglielo. Il cantautore si fida del conduttore-giornalista e sale in macchina, e proprio in quella decina scarsa di km, tra Casalecchio e Bologna, apprende con stupore dell’esistenza di quel bar. Il sopralluogo di Vasco al “Roxy Bar” dura una mezzoretta, forse nemmeno. Il tempo di qualche scambio di battuta coi presenti, di qualche foto scattatagli da Red e di qualche autografo. Null’altro. Non tornerà mai più in quel locale, che non gli dice nulla ma a cui proprio quella serata darà il là per infinocchiare ancor di più i fans e gonfiare ancor più il prezzo dei drinks. Se una cosa del genere l’avesse sospettata prima, Red Ronnie lì Vasco non gliel’avrebbe mai portato. Corretto come pochi in quell'ambiente di musica e spettacolo, Red non per fini commerciali ma semplicemente estetici chiamerà proprio “Roxy Bar” la sua fortunata trasmissione tv, che per un decennio (1992-2001) andrà in onda da “Videomusic” prima e “TeleMonteCarlo” poi.

Quanto a Vasco e a quel whisky da bere, a distanza di tanto tempo, "come le star" (sempre che non ci si incontri più, “ognuno intento a “rincorrere i suoi guai”), ci piace immaginare la scena in un “Roxy Bar” non tutto graffiti e vetrine illuminate come quello “falso” del centro di Bologna” (che negli anni più recenti ha conosciuto una temporanea chiusura ed ha cambiato poi 2 volte gestione), ma in uno fuori mano, semideserto e semibuio, avvolto nel fumo e nella nebbia e accompagnato da un’aria sinistra. Più fedele, insomma, all’originale di Fred Buscaglione. E’ in un contesto cupo e misterioso, infatti, che l’emozione di ritrovare una vecchia conoscenza del passato e bere con lei whisky viene amplificata. Quell’emozione intrisa di significato e così divinamente incastonata in quei versi e in quella melodia con cui noi, adolescenti negli anni ’80, siamo cresciuti e che ci ha segnato. Perché, come diceva Tolkien che “…certe emozioni, specialmente se sincere, / le conservi nella mente e diventano bandiere”. E quando il caso (o, se preferite, Dio che non firma) tornerà a far intersecare fra loro due esistenze, due viaggi "ognuno diverso", imponendo un commovente bilancio con la persona ritrovata ma soprattutto col tempo che passa, buon whisky a entrambi! In qualunque "Roxy Bar" in quel momento ci si trovi...

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