Borgo Bassi: storia di coloni e motori. In attesa che...23/5/2021

Memoria per Borgo Bassi: storia di coloni e motori. In attesa che...

Aggiungi il tuo ricordo al diario

Borgo Bassi: storia di coloni e motori. In attesa che...23/5/2021

di Giovanni Curatola

Il Borgo Livio Bassi è uno dei borghi rurali siciliani rientranti nella seconda serie avviata nel 1940. Progettato dall’ing.Domenico Sanzone nel marzo del 1940 e a carico dello stato per l’87,5% dell’importo previsto (lire 1.506.896), si trova presso Ummari, nell’entroterra trapanese, poco distante dalla stazione del paese (oggi dismessa) e la statale 113. Fu materialmente realizzato nel febbraio 1941 dall’E.C.L.S. (Ente Colonizzazione Latifondo Siciliano).

Come ogni borgo dell’epoca, oltre alle case private comprendeva gli edifici per assicurare ai coloni-agricoltori i servizi minimi civili (distaccamento comunale, ufficio postale e caserma dei Carabinieri), sociali (scuola, circolo ricreativo, trattoria-bar e bottega), religiosi (chiesa) e politici (casa del Fascio). Gli edifici rispecchiano la tipica architettura coloniale fascista: quasi tutte insistenti sulla piazza e sormontate da porticati ad archi.

A fine aprile 1941 il borgo, che non aveva ancora una denoninazione ufficiale, fu intitolato al trapanese Livio Bassi, pilota che abbatté in guerra 4 caccia nemici. Colpito in combattimento sui cieli della Grecia nel 1941, anziché lanciarsi col paracadute, continuò a tener testa ai veicoli inglesi, col proprio gravenmente danneggiato, finendo poi ustionato dalle fiamme e meritandosi una medaglia d’oro al valor militare alla memoria.  

Discendenti dei coloni originari ricordano che i tedeschi, in piena guerra, adibirono alcuni edifici del borgo ad ospedale. In effetti, in zona operava in quelle settimane la 15° divisione panzergrenatier. Dell’ospedale se ne servirono poi gli americani della VII° armata, a fine luglio del 1943, quando posero sotto il loro controllo Palermo e tutta la Sicilia occidentale.

Nel dopoguerra, il borgo passò all’ERAS (Ente Riforma Agraria Siciliana) e continuò ad essere occupato dalla piccola comunità rurale originaria (una dozzina di famiglie). Una suora si occupava sia dell’istruzione elementare che del catechismo, mentre la chiesa di Gesù, Giuseppe e Maria, col suo bel campanile in muratura, continuò ad essere attiva con messe festive e prefestive. Alla fine degli anni ’70, il borgo passò al comune di Trapani, che ne sfrattò gli abitanti avviando quel processo di incuria e abbandono in cui ha pressoché versato negli ultimi quarant’anni.

E’  storia recente, infine, il P.S.R. Sicilia 2014/2020 per il recupero e la riqualificazione del borgo. Il progetto (450.000 euro di stanziamento) riguarda soprattutto il monumentale arco di ingresso e l’ex edificio scolastico e delle suore, dove sono previste attività formative per la sensibilizzazione e diffusione delle coltivazioni agrarie autoctone e della cultura contadina.

In attesa che il borgo torni a vivere, merito di averne mantenuto un pur minimo movimento in questi ultimi anni va al “Motoclub Custom Dragon Star” di Ummari, istallatosi nell’edificio della piazza accanto la chiesa, in origine destinato a stazione dei Carabinieri e casa del Fascio. I motoraduni che qui nei fine settimana hanno inizio e fine infatti consentono, sia pur limitatamente agli amatori del genere, che totalmente abbandonato e disabitato questo borgo proprio non sia.

Una recente visita ha consentito al sottoscritto, oltre che a fare conoscenza coi simpatici titolari (sig.Vito e sig.ra Giusy), ad integrare le proprie conoscenze con qualche curiosità storica che mancava e a spomparsi coi figli nel campetto di fronte l’ex scuola, accanto all’arco monumentale. Un’esperienza breve (un’oretta e mezza) ma bella, che si sarebbe potuta anche trasformare in ottima se la vecchia fontanella fascista avesse continuato ad erogare quella acqua per cui fu creata, e che sarebbe risultata preziosissima dopo una sudata a calcetto 80 anni dopo, sotto un sole cocente che qui, nel cuore delle campagne trapanesi, non risparmia proprio nessuno. Ora come allora.

© RIPRODUZIONE RISERVATA copyright www.ilgiornaledelricordo.it

Aggiungi il tuo ricordo al diario


Il Giornale del Ricordo

Scrivi il tuo ricordo