Auguri a Gigi Riva, bomber di tutti i tempi6/11/2019

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Auguri a Gigi Riva, bomber di tutti i tempi6/11/2019

di Gaia Dallera Ferrario

Gigi Riva, bomber azzurro di tutti i tempi, compie domani 75 anni.

Campione indiscusso nel campo e nel cuore degli italiani, detiene, con 35 reti in 42 partite, il record di gol segnati in Nazionale ed è stato protagonista della rinascita del Cagliari, città a cui si è legato e nella quale vive tutt'oggi.

Riva iniziò la sua carriera calcistica, per gioco e per passione, nel suo paese natale, Leggiuno, ove divenne presto famoso per la sua abilità in campo, avversario temuto nei tornei notturni organizzati tra amici e compaesani.

Da qui conquistò il primo ingaggio per il Laveno, squadra nella categoria Dilettanti, e, dopo un rifiuto da parte dell'Inter, nel 1962 giocò il primo campionato di serie Nazionale con il Legano allenato da Luciano Lupi.

A 18 anni Riva coniugava il lavoro ed il calcio, mettendo insieme uno stipendio soddisfacente per un ragazzo della sua età. Il Legnano aveva ben chiaro il suo potenziale come dimostra la cifra, per i tempi molto elevata, richiesta per la cessione del futuro bomber d'Italia. E' in questo momento che Riva capì di potersi dedicare al calcio come principale occupazione, coniugando la professione con la passione della sua vita.

Il Cagliari ed il Bologna si dimostrarono interessati all'acquisto e, seppur Riva preferisse proseguire la propria carriera nella squadra emiliana per ragioni di vicinanza con la famiglia, fu la squadra isolana ad avere la meglio.

Nel maggio del 1963 partì per la Sardegna con un contatto di prova.

La storia calcistica dell'Isola non era delle più promettenti infatti, fino al 1930, quando nacque la struttura dei campionati professionali, il Cagliari prese unicamente parte a tornei organizzati con altre squadre dell’isola.

Con il primo campionato del 1930/1931 fu ammesso alla serie B con l’allenatore, Egri Erbstein, che sarà poi artefice della costituzione del grande Torino e morirà nella tragedia di Superga. Durante la Seconda Guerra Mondiale il calcio, che mantenne la propria attività in qualche regione della penisola, scomparve quasi del tutto in Sardegna.

A partire dal dopoguerra il Cagliari risorse raggiungendo il proprio apice nel campionato del 1963/1964, nel quale Riva disputò il primo torneo professionistico della sua carriera, assicurando la promozione in serie A alla squadra rossoblu, anche grazie alla formazione che Andrea Arrica aveva costruito intorno a lui.

L'anno successivo Riva debuttò con la maglia della Nazionale a Budapest, in una partita amichevole fra Ungheria ed Italia e, nonostante un infortunio lo costrinse all’inattività fino all’inizio del campionato, nel 1967/1968 sarà in vetta alla celebre classifica dei cannonieri.

Fu nel 1969/1970 che il Cagliari, allenato da Manlio Scopigno, conquistò lo scudetto, in un'esclation unica e indimenticabile. In tutt'Italia la popolarità del “lungagnone” del calcio, dal tiro potente e preciso, esplose. 

A Cagliari venne addirittura scolpita una statua in legno che veniva portata in giro per piazza Yenne ed il centro della città. La conquista dello Scudetto significava Coppa dei Campioni e finalmente per Riva c’era la possibilità di proiettare le sue capacità anche in una dimensione europea.

Sono ormai storia le numerose proposte ricevute dal bomber ed il suo reiterato rifiuto di abbandonare la Sardegna per andare a guadagnare cifre più elevate in uno degli squadroni del Nord.

La Juventus in particolare lo corteggiò assiduamente, lui stesso ha raccontato che “praticamente ad ogni partita giocata nel “continente” a fine incontro mi avvicinava un emissario della Juventus dicendomi che c’era Boniperti che mi stava aspettando per un incontro e per parlare del mio futuro. Alla fine imparai a riconoscerli e appena li vedevo cambiavo strada per evitarli!

Calciatore d'onore, nella fede e nel campo, fu fondamentale per la vittoria della prima partita di Coppa dei Campioni disputata dal Cagliari contro i francesi del Saint Etienne. La sua partecipazione al Campionato fu purtroppo interrotta, poco più avanti, per un infortunio che gli causò la frattura del perone con distacco dei legamenti della caviglia destra.

Riva, diventato nel frattempo “rombo di tuono”, per una azzeccata definizione di Gianni Brera, conquistò un posto come azzurro in pianta stabile e partecipò alle qualificazioni per la disputa della Coppa del Mondo del 1970, in Messico. Con la conquista del secondo posto in terra messicana si chiuse il tempo dell’ascesa di Gigi Riva verso i vertici del calcio mondiale.

In Italia eccelse ancora e, nel 1972, era secondo nella classifica dei cannonieri. Gli infortuni ed il progressivo disgregarsi della compagine cagliaritana infierirono sulle sue prestazioni, fino alla rottura del tendine della coscia destra che, nel 1976, segnerà il suo addio al calcio.

Nonostante la diverse proposte ricevute Gigi Riva non volle giocare in condizioni menomate.

Avrei potuto farlo, ma preferisco che ricordino il Riva delle giornate migliori”... ed è quel Riva vivo nel ricordo di tutti, bomber del record assoluto, il più grande cannoniere azzurro di tutti i tempi. 

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