di Roberto Dall'Acqua
Maria Angela Gelati e Marco Pipitone hanno creato "Il Rumore del Lutto" da una chiacchierata. Le parole di quel giorno sono diventate il volano su cui canalizzare un evento che quest'anno compie dieci anni. www.ilgiornaledelricordo.it ha chiesto agli organizzatori della manifestazione come mai hanno pensato a questa iniziativa.
1) Perchè “Il Rumore del Lutto"? Da dove nasce l'idea?
<<“Il Rumore del Lutto” è il progetto culturale che da dieci anni intende sensibilizzare la cittadinanza alla vita tutta, perché il morire fa parte dell’esistenza e smettere di negarla è il passaggio necessario per una reale educazione alla vita. L’idea di una rassegna attraverso la formula culturale del Festival è nata da una nostra conversazione, che ha saputo fondere le competenze che ci appartengono>>.
2) La manifestazione è alla decima edizione: come mai questo progetto si è così sviluppato?
<<Nel corso degli anni all’iniziativa - che si sviluppa in concomitanza con la commemorazione dei defunti - hanno partecipato giovani e adulti e questo ha dimostrato nei fatti che vi sono segnali di cambiamento, che in una società che si concede pochi momenti alla riflessione sulla morte, è possibile “ricordare” in un contesto diverso, vissuto oltre i confini del cimitero e smuovere la paralisi provocata da questo tabù>>.
3) Chi sta dietro l'evento e organizza ha un fondamento legato alla psiche?
<<Gli studi di Maria Angela sono frutto di ricerche che la accompagnano dai tempi dell’Università…mentre Marco si occupa di arte e musica da diversi anni. Attraverso l’arte e la cultura "Il Rumore del Lutto" cerca di diffondere l’idea che della morte e del lutto sia necessario parlare, perché con la fuga non si vince la paura>>.
4) Perché - in estremo omaggio alla vita - non suicidarsi?
<<Oltre la libertà di scelta… non bisogna credere che non sia possibile cambiare. Tutto cambia, continuamente. Siamo immersi in una trasformazione continua. Anche un sorriso, una gentilezza fatta sovrappensiero, una parola, possono cambiare per sempre una vita. Il bene in ogni caso non va mai perduto>>.
5) Cosa si propone, come ultimo fine, "Il Rumore del Lutto"?
<<L’esigenza di trovare, nella città dei vivi, una modalità alternativa per vivere i giorni dedicati alla memoria dei defunti e renderne la ritualità più completa, avvicina i partecipanti, per aiutarsi ad affrontare e comprendere il concetto più arduo, controverso e sfuggente di sempre: la morte>>.
6) E' importante ricordare i morti? Perché e come (solo nei cimiteri)?
<<Non esiste la perdita assoluta di qualcosa che ci riguarda. Se siamo in grado di riconoscere questo siamo in grado di essere. Bisogna andare là dove la ferita fa male e imparare a dialogare in profondità con noi stessi. Dovremmo imparare a conoscere cosa abbiamo perduto per poterlo ritrovare. I ricordi battono all’unisono nel nostro centro. Per questo i nostri morti non sono mai andati via>>.
A Parma dal 29 ottobre al 2 novembre 2016
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