<<SARDINIA NO ESTE ITALIA>>: MARE, SOLE E POCA VOGLIA DI LAVORARE

02 maggio 2019

di Roberto Dall'Acqua

1 Novembre 2017, addio Sardegna: un biriciolo di ironia per favore

Il 1 Luglio 2010 sono arrivato a Oliena in auto fermamente convinto a vivere in Sardegna. Ora - 1 Novembre 2017 - rientro nella mia - non amata - cittá di Milano. Sette anni di Sardegna in cui, rari e circoscritti episodi, non sono bastati a fare nascere un amore con l'isola. Forse perché io sono poco perseverante e tenace, forse perché la Sardegna ama solo amori di stagione parziali e non passionali. Sono certo che potrei fare paralleli con la Sicilia e Palermo, che frequento da cinquant'anni, e la situazione non cambierebbe di molto.

Mare, sole e poca voglia di lavorare. Il lavoro che manca e quei pochi posti già appaltati e assegnati. La condotta idrica che si buca - fa acqua da tutte le parti - e Nuoro che resta senz'acqua (l'ultima volta lunedì 10 luglio 2017 dalle 14:30 alle 06:00 del giorno successivo). Personalmente sette anni fa, appena arrivato, ho presentato il mio curriculum vitae per essere assunto in una cooperativa che lavora (prenotazioni, pulizia, portierato) presso l'ospedale San Francesco di Nuoro. Ho avuto una soffiata che cercavano personale e non sono stato preso, al contrario di molti altri ragazzi (il curriculum c'entrava poco) residenti pressoché tutti - guarda che caso! - nel paese vicino di Oliena (dove risiede la famiglia di mia moglie). Le strade, a parte le città, - prive di illuminazione per consentirci ovviamente la visione del cielo stellato (peraltro magnificamente visibile) - sono piene di buche e bisogna ringraziare il transito della 100 edizione del Giro d'Italia di ciclismo che ha contribuito a svegliare i politici locali consentendo di mettere giù l'asfalto riparatore. Per accedere alla spiaggia di Berchida, fino allo scorso anno, si dovevano pagare 8 euro a una cooperativa di Orosei; quest'anno (3 luglio 2017) nulla, ingresso omaggio offerto dal comune di Orosei che evidentemente non si è ben organizzato con l'arrivo dell'estate.

Gli abitanti della Sardegna hanno solo una litania; la pioggia che si trasforma in alluvione e quindi desiderano contributi, il latte in eccesso e quindi sollecitano prebende; la lingua blu delle pecore e allora vogliono soldi. E via di questo passo. A Nuoro, ad esempio, c'è una scuola regionale dove - guardie giurate a parte - ci sono 4 persone addette alla segreteria che non fanno nulla perché (a parte qualche raro corso di aggiornamento professionale) non esistono corsi di studio e, ovviamente, studenti. Il sindaco di Nuoro, poi, correttamente per reperire soldi per il suo comune propone di vendere alcuni siti disabitati - vedi la Banca d'Italia per cui chiede 800 mila euro - che appartengono al municipio. Nessuno si presenta con l'assegno in mano e a chi verrebbe in mente di installare un'attività a Nuoro? La città del centro Sardegna si svuota, le attività chiudono, molto giovani sono a studiare "in continente" e non rientrano più nell'isola terminati gli studi. Certo c'è il mare, il turismo. Ad Aprile - leggi Pasqua - erano però rari gli alberghi aperti e persino i ristoranti (a Orosei ho trovato chiuso l'8 aprile 2017). Non amo Milano - e non elenco le ragioni di questo "amore"; dico solo che è una città di plastica in tutti i sensi - ma dal 1 Novembre 2017 ne sono di nuovo uno degli abitanti. Peccato che - dopo questo fidanzamento - non siano arrivate le nozze con la Sardegna. Questa è una terra meravigliosa che, però, drammaticamente ti sfrutta e ti depreda e non il contrario. A quanti turisti, italiani e stranieri, sono richieste cifre esorbitanti per soggiornare a luglio e ad agosto? E gli altri mesi? E i politici che, puntualmente, si riempiono la bocca dicendo che <<bisogna fare sistema per creare il turismo tutto l'anno>>? Ogni operatore va per suo conto, in ordine sparso...Sperando di trarre il massimo del profitto in questi mesi estivi per poi attendere un autunno-inverno con i contributi regionali, almeno. Questa non è solo la Sardegna; questo è il meridione, le nostre isole maggiori. La “questione meridionale” di cui si parlava già due secoli fa. Parlava appunto. Esiste una ferma volontà a non fare emancipare, progredire il Sud. Perché?

Perché al Sud si va così piano (a parte in auto) conomicamente parlando? Perché il lavoro non è certo al primo posto nelle teste dei meridionali (e questo non vuol dire che i meridionali non lavorano). Non è la Campania la prima regione, per numero di richieste, che pretende il reddito di cittadinanza? Il lavoro, infatti, è un falso problema. Non si tratta di averlo o meno o campare di sussidi, semplicemente al Sud si vive senza progettualità; il caso e il caos regnano sovrani. Un politico, un amministratore lungimirante? Ne ricordiamo il nome? Mia madre e mia moglie - un esempio che ben conosco nella mia famiglia - hanno tradito Sicilia e Sardegna dove sono nate per Milano. L'opulenta e felice città del Nord e del benessere. Un motivo ci sarà se, ormai, il capoluogo lombardo è abitato da cittadini provenienti da ogni regione d'Italia (tranne i milanesi verrebbe voglia di dire). La Sardegna (ma così potrei dire anche della Sicilia) è una donna che ti consente di stare con lei solo pochi mesi, ti porta via denari ed energie, ma è lei a stuprarti e non viceversa; concedendoti solo di guardare il cielo meravigliosamente stellato. In nome del falso mito dell'indipendenza (pensiero perfettamente coerente perché da un lato si vuole stare per i fatti propri dall'alto si reclamano i soldi dello Stato italiano) e della bandiera dei quattro mori. Alla fine ti respinge, ti caccia via perché non sei nativo dell'isola e perché, soprattutto, <<Sardinia no este Italia>>, come è scritto sui muri di molte città sarde. Appunto: così è l'Italia se vi pare direbbe Pirandello, uno che di facce e umori era inequivocabilmente esperto.

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News » RIFLESSIONI DI VITA - Sede: Nazionale | giovedì 02 maggio 2019