UNA NUOVA CULTURA DELLA MORTE PER LA VITA, INTERVISTA A MARIA ANGELA GELATI

30 ottobre 2017

di Carolina Polo

Maria Angea Gelati, curatrice, con Marco Pipitone, della rassegna "IL RUMORE DEL LUTTO", racconta per noi i punti focali sui quali l'evento sarà incentrato quest'anno.

  

L'appuntamento è da domani, 31 ottobre al 2 novembre, per la XI edizione, con tema IL VIAGGIO. Potete consultare il programma completo dei numerosi eventi qui: "Il Rumore del Lutto" torna attraverso il VIAGGIO

Come è nata l'idea per una rassegna così insolita per l' Italia?

<<"Il Rumore del Lutto" è nato da una chiacchierata che abbiamo avuto io e Marco Pipitone nel 2007, a Parma, attraversando il Ponte di Mezzo,  che anche simbolicamente è molto illuminante. Ci siamo dunque chiesti se non fosse possibile creare una sorta di “nuova corrente” che affrontasse il tema della morte e del lutto, nei giorni dedicati ai defunti, per vivere in modo più completo la ritualità di queste festività. Di norma andiamo al cimitero in questi giorni, facciamo una visita e forse acquistiamo dei fiori, ma poi non c'è un dibattito o, comunque, una riflessione su questi temi: non esisteva nella cosiddetta “città dei vivi” una modalità per vivere in modo più completo tutto questo. Tuttavia, nel nostro calendario tali giornate sono ben presenti e, da sempre, considerate una festa. Ci siamo quindi domandati, se non fosse arrivato il momento di fare “cultura attorno all’argomento scomodo della morte”, creando un qualcosa, un contenitore che potesse aiutare la cittadinanza a riflettere su tutto ciò in maniera più serena e perché no? rivoluzionaria, se vogliamo. Nel 2007, con un unico evento all'epoca, abbiamo provato ad inaugurare un nuovo tempo, dedicandolo a Pierpaolo Pasolini. Poiché la risposta del pubblico, negli anni, è stata sempre maggiore… abbiamo continuato.  Quest'anno  siamo all'XI edizione e, seppur sorpresi, siamo soddisfatti, soprattutto nel vedere che anche altre città hanno seguito il nostro esempio. Una gratifica e conferma della validità del progetto culturale e del modello territoriale. Una necessità di mutare il modo di pensare: educare alla morte per la vita>>.

Come viene affrontata quindi, la tematica del lutto?

<< La tematica è un fil rouge,  l’idea che si sviluppa attraverso una serie di eventi rivolti a tutte le fasce di età, essendo una rassegna di Death Education, per collegare ai concetti di vita e fine vita, iniziative legate a differenti ambiti artistici e culturali. Tutto ciò si inserisce all'interno di un grande tema contenitore annuale; quest'anno sarà proprio il VIAGGIO.  Il tema del lutto, in particolare, noi lo vorremmo affrontare come parte integrante della vita, come normalità, come qualcosa di naturale e soggettivo, non come fosse un disordine psichico da medicalizzare. Ovviamente il lutto è una crisi che va attraversata,  affrontata, anche perché nella nostra cultura occidentale siamo stati via via disabituati a fronteggiarla, soprattutto dal Secondo Dopoguerra in poi. Ma ogni volta in cui si attraversa una crisi, si possono sviluppare atteggiamenti positivi o negativi e, dunque, incrementare eventuali aspetti problematici… Così cerchiamo - da vari punti di vista - anche scientifici, di affrontare l’argomento. Il lutto non viene identificato solo nel momento in cui muore qualcuno ( lutto significa "il cuore che piange"). La dinamica della vita è un susseguirsi di incontri e separazioni. Ogni volta che ci congediamo da una persona con cui abbiamo condiviso un pezzo del nostro cammino, sperimentiamo a livello simbolico e psicologico una morte. Moriamo a noi stessi quando cambiamo lavoro, residenza, quando finisce una storia di amore o di amicizia, quando ci ammaliamo, quando qualcuno a cui eravamo legati ci precede nell’ultimo viaggio. Morire a se stessi significa vivere una profonda trasformazione a livello interiore ed esteriore, cui seguiranno nuove sfide, nuovi incontri, altre perdite>>.

La tematica di quest'anno sarà il VIAGGIO, come verrà affrontata?

<< Come curatori dell’iniziativa proponiamo, come dicevo, un tema annuale volto a costruire il palinsesto. Nel 2012 “Il sogno”, nel 2011 “ritualità”, nel 2008 “riflessioni sull’assenza”, nel 2009 “Il tempo” (ogni edizione viene illustrata nell’archivio del sito www.ilrumoredellutto.com). Lo scorso anno abbiamo affrontato il tema della “spiritualità”. Il viaggio, in questo 2017, si identificherà come il percorso della vita, nel quale il lutto e la trasformazione  sono rappresentati dal susseguirsi di incontri e distacchi  che ciascuno di noi vive nell’esistenza. Con questa idea, insieme agli ospiti e agli appuntamenti che accompagneranno l’undicesima edizione, intendiamo evidenziare la mappa dell’esistenza, per renderci più consapevoli del tempo a disposizione, per riflettere sul senso che intendiamo dargli e per riscoprire che l'invisibile forza vitale non ha sosta, è sempre presente… Non si ferma mai, viaggia anch'essa in quella dimensione impercettibile che ci permette di rivolgere lo sguardo verso le nostre interiori profondità, dove possiamo, recuperare le risorse per riemergere. Il tempo, infatti, da solo non basta, dobbiamo mettere un qualcosa di nostro. Il lutto è un viaggio nella nostra vita.  In questi casi noi possiamo cadere, rialzarci più volte, perché le difficoltà fanno parte di questo viaggio.  La serie di eventi in programma, ha la funzione di entrare in sintonia con le varie sfaccettature relative al LUTTO e alla SEPARAZIONE>>.

Tra le varie tematiche che verranno affrontate anche l'ambiente, l'osservazione e l'etica assumeranno un ruolo chiave. Che legame possono avere questi aspetti comparati al lutto e al viaggio?

<< Ogni momento di crescita lungo il cammino nella vita è caratterizzato da una “crisi” che fa da spartiacque tra un prima e un dopo, tra come “si era” e come “si sarà”. Anche il pianeta Terra, come noi e con noi (suoi abitanti) vive un viaggio, attraversa crisi, sussulta e si agita. Non vi è nulla di separato in realtà. Il legame sarà tutto questo: noi, il mondo animale, l’ambiente, il suo divenire… Per cercare di vivere meglio, avere maggiore consapevolezza. Quando ci rendiamo conto della brevità dell’esistenza, abbiamo credo l'opportunità di darle un senso. Lì, riusciamo a scoprire e sperimentare che siamo tutti collegati. Attraverso il lavoro che svolgo, come tanatologa, anche nelle scuole (con corsi e laboratori), si può fare molto e, di conseguenza, prevenire condotte autolesive, bullismo ecc…Fare Death Education significa infatti fare prevenzione primaria. La vita in fondo è un viaggio che ha un inizio e una fine, ovunque siamo - a livello geografico - ed è importante se riusciamo a darle significato>>.

www.ilgiornaledelricordo.it si occupa del ricordo di persone a noi care scomparse. Lei ha qualche persona della quale vorrebbe condividere il ricordo?

<< In verità tante persone a me care non ci sono più, anche se il loro ricordo vive in me. I primi lutti importanti li ho attraversati presto, tra essi anche un compagno di scuola. Nel mio cuore, sento molto presenti tutti i miei cari, non li percepisco separati. Ho imparato ad abitare la distanza, trasformando l’esteriore assenza in una presenza interiore. In fondo, anche se la morte porta via molto, non porta via tutto. L’amore che proviamo resiste allo spazio e al tempo… Studiavo all'estero quando ho perso la nonna materna; in quel tempo non mi fu possibile essere presente al funerale: raggiungere rapidamente l’Italia, dagli Stati Uniti, mi fu possibile solo con il telefono e un fax. Tuttavia ho trovato il mio modo per salutarla e un rituale, costituito da azioni simboliche per me ricche di significato. Qualche anno fa ho perso una cara amica, improvvisamente, tra le braccia. Eppure ho avuto il suo dono più bello: un saluto sereno, un sorriso luminoso che si apriva al nuovo. Di ciascuna persona che se ne è andata prima di me conservo ricordi bellissimi. Penso che quando cerchiamo e forse troviamo i significati accogliamo veramente che ogni essere ha la propria strada, il proprio compimento. Lo stesso accade con gli animali che abbiamo amato. Non a caso il Convegno di apertura della manifestazione sarà dedicato proprio al mondo animale, con il titolo “Aspettami al ponte dell’arcobaleno”>>. 

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