Da ieri a oggi, Natalia Ginzburg1911-1991

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Da ieri a oggi, Natalia Ginzburg1911-1991

di Cristina Giubilei

Una delle più importanti voci della letteratura italiana del Novecento è stata Natalia Ginzburg. L’autrice nata a Palermo, ormai più di cento anni fa, e morta a Roma nel 1991, è ancora oggi nota per i suoi racconti pieni di quotidianità e vita vissuta. La sua famiglia e le sue esperienze personali sono state da sempre l’ispirazione dei suoi testi riuscendo ad esprimere con naturalezza anche le difficoltà, gli imprevisti e le perdite che la vita a volte ci costringe a dover affrontare. La sua infanzia trascorre in un’epoca difficile, durante l’affermazione del regime fascista in Italia. La sua famiglia e gli ambienti che frequenta appartengono ad un contesto antifascista, per questo, sin da piccola, Natalia Ginzburg, vive la repressione allora in atto nel paese, attraverso i continui controlli della polizia fino all’apice, l’arresto di suo padre e dei suoi fratelli. Nella sua opera più famosa “Lessico familiare”, si respira tutta la sua esistenza, attraverso il racconto delle vicende familiari si legge di una bambina che cresce velocemente ma che sviluppa un intenso legame con la sua casa. Il posto piccolo che occupa all’interno della sua famiglia è lo stesso spazio che occupa nel mondo e le appartiene indipendentemente da tutto, uno spazio a cui ha diritto e che le appartiene, come accade ad ognuno di noi. Lo scorso 3 maggio, la casa editrice Einaudi, per cui Natalia Ginzburg ha lavorato negli anni in cui ha vissuto a Torino, ha ricordato l’autrice pubblicando una raccolta di 37 testi intitolati “Un’ Assenza”. All’interno del libro che ripercorre più di mezzo secolo della vita della scrittrice si trovano undici racconti inediti. Intensa è la poesia “Memoria”, dedicata al primo marito dell’autrice, Leone Ginzburg, morto nel carcere di Regina Coeli a causa delle torture nazifasciste subite. “Ma il cancello che a sera s’apriva resterà chiuso per sempre; e deserta è la tua giovinezza, spento il fuoco, vuota la casa” è la frase con cui il componimento si chiude. Spesso è difficile spiegare e raccontare un dolore, Natalia Ginzburg riesce a farlo con la semplicità e la concretezza tipica del suo stile ordinando le parole in modo leggero e rendendo chiaro anche ciò che risulta incomprensibile, come la perdita di qualcuno a cui vogliamo bene. Natalia Ginzburg non và ricordata solamente per i suoi romanzi ma anche per le sue traduzioni, tra le quali possiamo citare quella dell’opera francese di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, e le sue produzioni teatrali.

Natalia Ginzburg, Palermo 1911 - Roma 1991

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