DOMENICA PACE, "UN VIAGGIO PER ROMA"

16 luglio 2017

UN VIAGGIO PER ROMA

di Domenica Pace

Viaggio per Roma

La terra Laziale è ben distante da quel piccolo paesino in collina da dove era venuta Matilde.

Per cui si trovava in attesa del suo taxi ,accanto al suo borsone e alla sua borsa di pelle preferita. Il luogo era affollato, ma non arrivava il taxi per raggiungere il posto in cui voleva andare.

Niente case, niente alberi insomma niente di niente solo l’aeroporto e lo sguardo di una hostess perplessa, che dice:<< Roma è a una decina di chilometri >> solo una educazione innata gli impediva di fare domande. << Ci sarà pure un solo mezzo per raggiungere Roma, poi il sospiro del vento , dei passi dietro di sé, e una voce <<: Lei ha chiamato un tassì? Come mai una bella signorina tutta sola? Non è venuto nessuno a prenderla? >> viso sfilato, sguardo angelico, capelli striati sul biondo e un paio d’occhi celeste chiaro che la fissavano carnagione molto diafona, ma un viso giovane .Ci conosciamo? <<No non ci conosciamo,ma potremmo sempre farlo disse lui.<<Hai ragione. Mi chiamo Matilde e il viaggio mi ha sfinita .>> << molto lieto di fare la sua conoscenza >> rispose. << No non mi aspettano, spero che arrivi il taxi che ho prenotato>> . <<Bè come ha visto sta tardando . Mi scusi piacere Donato . E’ qui per lavoro?>> Lei:<<Si>>.

<<Avrei dovuto immaginarlo .Si ferma qui per molto

tempo? >>

<< No è solo una scappata dalla mia amata terra, che è la Puglia >>. Non potette continuare per l’arrivo del taxi; La prese per un braccio e le disse: << proverò a farla salire in taxi >>. E l’aiutò con i suoi bagagli, la donna stranamente, veniva trascinata da qualcuno,per giunta un perfetto estraneo decideva per lei, eppure era contenta. Si lasciò aiutare, poi abbozzo un gesto di saluto e Matilde partì. Nel taxi c’era solo silenzio e andando cauto disse il tassista.:<< Dove l’accompagno? >> a Roma, mi porti a campo dei fiori o a piazza Navona spero di non,...cominciò… << Sù via >> interruppe lasci perdere le formalità già è stata stupida da non avvertire del suo arrivo, ma permetta almeno di evitarle qualche spiacevole conseguenza. Fa prima a dirmi il nome dell’albergo ;Roma è pieno di screanzati. Rispetti le tradizioni di ospitalità. Matilde aggiunse: sono una donna abituata a viaggiare, so come affrontare il pericolo e lo gratificò con un sorriso. Ecco l’arrivo di Matilde nel suo albergo, e l’incontro con Denise una sua collega. << Ben arrivata! Se avessi fatto una chiamata sarei venuta a prenderti. Vedo che hai un borsone enorme >>, volteggiando la testa << Benvenuta a Roma una città antica, ma sempre bella, presumo che ti fermerai solo per la convention, sulle strategie del di Marketing? << Si ho i tempi accorti proprio come te Denise>>. Era chiaro che era andata per lavoro. << Non potrei unire l’utile al dilettevole. Matilde moriva dalla voglia di mangiar qualcosa e distendersi subito nel letto. Seguendo la scala si diramavano due corridoi, un pò a forma di “l”, poi notò un’apertura ad arco e finalmente vide la sua stanza singolare. Dalle due finestre dominava un magnifico panorama, tra cui uno dava sul fiume. Il pavimento era lindo, con un letto le cui quattro colonne sostenevano un baldacchino di tessuto, lo stesso tessuto del tendaggio delle finestre e della poltrona lì accanto , il che creava di bell’aspetto tutto l’arredamento. Oltre a questo una scrivania in legno antico che si inseriva esattamente nel muro. La stanza era stupenda in alto e imponente pensò. Si avvicinò ad una delle due finestre e guardando giù vide un giardino in cui dominava un estremo ordine, quando sentì bussare alla sua porta << Signora c’è una consegna per lei ..>> Matilde aprì la porta e vide fascio di rose rosse con un bigliettino, cominciò a non crederci. << Che spettacolo emozionante, grazie! >> Rossa in viso prese le rose e ritirò la consegna. A mandarle queste rose fu un giovane magistrato. Molto gentile da parte sua pensò Matilde. Ho solo tre giorni di permanenza qui, chissà la ragione di queste rose rosse. Ma piuttosto chi mai sarà? Fortemente incuriosita con il biglietto in mano non riuscì ad immaginare chi potesse essere; un brivido lungo la schiena la sopragiunse.

Doveva incontrarsi con quest’uomo incognito ,sempre se la cosa le interessava .

Sul biglietto c’era scritto anche un numero .

<<Benissimo pensò ,vorrei capire di chi si tratta>>!

Aprì la finestra ,sedette sulla poltrona accendendo un toscanino e fece questa chiamata per ringraziare in primis delle rose che gli erano state mandate.

La voce di quest’uomo al telefono era austera ma i suoi modi la colpirono .

Il tizio che chiamò era un fiume di parole, affinchè riuscisse a persuaderla nell’accettare il suo invito a cena. << Davvero vuole invitarmi a cena? << Certo >> le rispose << Io mi chiamo Alessandro e sono un uomo molto serio, di me si può fidare .>>

Matilde aveva tutto il diritto di pensare; soprattutto non sapeva come era stata adocchiata, chi fosse questo tizio! Gli ci volle un certo tempo per addormentarsi. Il giorno seguente Matilde era pronta per presentarsi al seminario, e incontrare i suoi colleghi, ma era turbata per la sua cena. Al termine della convention con altri colleghi si recò per la sua pausa pranzo, i piatti prelibati, i tanti vassoi .

Il cibo era buono compreso la qualità della porcellana degli argenti che dava l’idea del lusso, infatti non c’era un solo oggetto superfluo in quell’albergo. Il lungo tavolo con stupende gambe intagliate, tirate a lucido,e tutti mangiarono tra una chiacchierata e l’altra. Successivamente quasi senza accorgersene, Matilde con altri suoi collegi si sedettero in giardino sotto uno dei tanti gazebi. << E’ ben triste per una donna sgobbare tutta la vita, e non aver nessuno a cui trasmettere le proprie cognizioni, tipo qualcuna a cui importa come si fa una buona pietanza.>> Le donne in carriera non possono fare altrimenti, devono lavorare tanto e sodo pensò, ma che altro avrebbe potuto fare? D’altronde era stata lei a scegliere la carriera prima di tutto. Forse era stata troppo impulsiva a decidere la sua vita! Ricordava spesso le parole di un suo amico: << Matilde è più facile andare col vento alle spalle, che combattere contro di esso, e poi dove c’e gusto non c’e perdenza. >>

Anche se lui non aveva mai seguito quella massima e lei ne era stata scettica.. Non se ne sarebbe andata….. avrebbe preso la strada che tante altre ragazze imboccavano; cioè il matrimonio precoce o si sarebbe accontentata di fare la commessa nel suo piccolo paesino o in uno dei paesi limitrofi. Dopo questo si alzò dicendo ai suoi collegi:

<< Vado di sopra. >>

<< Si fai come vuoi Matilde >>. All’improvviso pensò che quella stanza forse non era adatta a una ragazza sola, era una gran bella stanza, nella quale rifugiarsi con l’uomo amato. Si sentì improvvisamente avvampare le guance, nella sua vita non c’era alcun uomo. Si alzò in fretta, inutile sognare , devo mettermi a lavoro. Ad un certo punto colse la sua immagine nello specchio sorridente e disse: << l’aria romana mi fa davvero star bene >>.

Finalmente guardava il suo orologio e l’ora fatidica si avvicinava, mentre osservava una antica scacchiera che si era portata dietro regalata dal suo migliore amico; Nel ripensare a questo suo strano incontro, non riuscì nel fare a meno di ripetere, una dopo l’altra, tutte le mosse dell’ultima partita fatta con Gregory, l’ultima mossa di Gregory era stata audace e lei non l’aveva prevista. In seguito, essa aveva risolto i problemi che si era proposta di risolvere, ma non c’era riuscita del tutto.

Adesso doveva scegliere l’abito da sera e affrontare questo nuovo incontro. << Chissà se mi cambierà la vita! Comunque prese un taxi e si recò sul Trastevere.

Per un attimo il suo corpo si rilasso e da lontano intravide un uomo di bell’aspetto: << Spalle molto larghe gambe giuste e passo deciso; sempre più si dirigeva verso di essa. << Dio mio, mi sento morire!>> non c’e la faccio assolutamente! Ma naturalmente anche lei fece la sua bella scivolata, appena lui si fermò << Finalmente ci conosciamo! Onoratissima!

Proseguiamo per il ristorante? << Certo!>> gli rispose lui! I due mentre camminavano parlavano come se si conoscessero da una vita, quando ad un certo punto a causa di una storta lei strillo per il forte dolore e mise in mostra le gambe fino a scoprire un po’ della sua sottana nera in pizzo. In quell’istante lei pensò di cadere, ma lui la sorresse. Alfredo pensando fra se: era un sistema magnifico per scogliere il ghiaccio anche se un po’ grossolano!

Lui per la sua caduta sorrise ma poi la ritirò per non metterla in imbarazzo.

Lei ,imbarazzatissima,perché proveniva da un ambiente ristrettissimo rispetto a Roma,finse di non essersi fatta nulla. Giunta a cena un quartetto d’archi eseguì musiche sobrie e Matilde felice si sentiva nel suo elemento. Era questa la vita che avrebbe desiderato .<<Niente discorsi di lavoro per questo sabato ,bevendo un buon bicchiere di prosecco .<<Io voglio parlare di te e di me,delle nostre avventure e delle persone che siamo per instaurare una conoscenza, anche se sono molto affamato avendo il ventre molto vuoto.

Matilde disse:<< Concordo >>, ma in realtà non sapeva se avesse veramente fame. Terminata la cena i due si allontanarono dal ristorante, e si fermarono in un posto più isolato, lontano da occhi indiscreti. I suoi occhi verdi la fissarono e le labbra di Alessandro trovarono le sue in un caloroso abbraccio.

Per un attimo le difese di lei non c’erano più, e sentì che una vivida intesa li univa. Poi si stacco da essa con la faccia stravolta da un’espressione di angosciata vergogna ….

L’ho fatto perché tu per me sei più di una bella donna.>>

Matilde non provava vergogna ,piuttosto era stupita del suo gesto.

<< Io non posso che desiderare il tuo amore Alessandro! Non devi sentirti in colpa, la differenza di età non conta, è solo un numero, Io ti voglio! >> E lo guardò negli occhi <<… e se pensi che una ragazza ben educata non dovrebbe dire una cosa del genere, bè hai ancora da imparare, nonostante tu sia un uomo maturo >>. Man mano che parlava era invasa da una terribile paura, talvolta irrazionale.

All’improvviso si rese conto lo aveva appena conosciuto e che poi sarebbe rientrata nel suo piccolo paese. In più tra loro c’era una sorta di buio, lo sentiva riflesso in sé e lo scorgeva sul suo volto; un’angoscia che non aveva a che fare con la vergogna. Si trattava di un qualcosa di più e non riusciva a capire cosa fosse. Nonostante questo lo abbracciò e continuò a pronunciare parole fatali!

<< Voglio rivederti! >>.<< Per amor del cielo, tu sei molto più giovane di me, se devi star con me devi essere convinta! >> << Certo che ne sono convinta, ma dovrai aspettare per avermi !>> Io sono una ragazza di provincia è dura, corteggiami molto e dammi sempre più conferme >>.

<< Per te, non vorrei essere un capriccio passeggero >>. Alessandro era fiducioso, di indole paziente, per cui avrebbe aspettato e sorvolato sulla distanza che li separava. Dopo di che Alessandro si fermò sistemando la sua camicia bianca impeccabile e la cravatta, aggiustando anche il fermaglio tra i capelli di Matilde. Era straordinario vedere come Alessandro riusciva ad abbagliare Matilde per la sua eleganza e galanteria. Infine entrambi presero un taxi, ma ad essere accompagnata per prima fu Matilde. Nel silenzio che sentì tutto il tragitto vide le mani di lui allungarsi ed essa mormorò: mani a posto, se sei un cavaliere, non devi scherzare con il fuoco è l’unico modo per scansare l’inferno. Alessandro le lanciò una lunga occhiata, pensando tra sé che non avrebbe potuto farne ameno. E glielo ripetè sussurrando al suo orecchio con voce flautata. Lei uscì con una risata. << Questa è bella >> disse sorridendo. Anche lui sorrise e chiese << Che ne dici se allungassimo la strada fino ad un metro e mezzo? Uh – uh – uh! Il tassista eh – eh! << Per me non sarebbe niente male >> e scoppiò una risata generale. Successivamente Alessandro, gli strinse la mano e appena lei scese dal taxi, lui le disse:

<<Domani ci rivedremo! >>

<< Già stanotte per me sarà difficile riuscire a dormire al sol pensiero di te! Matilde riuscì a comprendere che quella era una vera e propria corte. Ma tutte le sue energie erano state assorbite dagli sforzi del suo lavoro: problemi a carattere tecnico avevano richiesto la sua attenzione. Ma doveva pensare un pò più a se stessa, e al contempo concludere un grande affare commerciale e affrettarsi a convincere i signori nel concludere la trattativa. Per poter vivere questa storia con la massima serenità.

<<Chissà>>, le disse in modo sarcastico,sorridendo..>>

Dai non scherzare e le tirò il braccio;nel frattempo lei provò a svincolarsi e gli disse:<<Certo che si!>>

Ci sei cascato nel mio scherzetto! Dimmi solo dove e a che ora dobbiamo incontrarci >> ;

<< Nel parco di Villa Borghese, alle 16. 30, così facciamo due passi >>.

<< D’accordo a domani >>. Il giorno seguente il tempo si mantenne caldo e Matilde si recò alla convention in mattinata con i colleghi e il corrispondente di lingua inglese.

All’arrivo della convention un gruppetto isolato e pettegolo, erano convinti che Matilde avesse una relazione con il magistrato romano, chissà da quanto tempo, dato che l’avevano vista in atteggiamenti intimi. Edoardo, uno dei suoi tanti colleghi, era molto attratto dalla ragazza, ma a quanto affermava restava fedele al suo lavoro.

Edoardo attendeva pazientemente l’opportunità e sperava. Ma l’arrivo di questo magistrato aveva cambiato tutto. Appena vide quella sera uscire Matilde dal taxi con quel tipo, capì di avere davanti una donna innamorata. Il destino gli aveva giocato un strano scherzo, pensava si era fatto soffiare la ragazza da sotto il naso da un romano. Questo brutto spettacolo gli era rimasto impresso, mentre era fermo davanti all’ingresso dell’albergo: il traffico automobilistico ridotto, alcuni ragazzi stranieri in gruppetti ben vestiti per la passeggiata in tarda nottata, e poi l’arrivo di Matilde con quell’uomo. << Che strana storia >>. Poi pensò che era difficile essere all’altezza di quel magistrato era apparentemente risoluto, un uomo di successo, uno che sapeva cavarsela alla grande nella vita, uno a cui piaceva corteggiare, amare, puntare in alto: nel frattempo Matilde si rese conto dei pettegolezzi, e si sforzava di apparire disinvolta, ma non ci riusciva, perciò al momento della pausa della convention telefonò sua nonna << ciao come stai mamma? >> << Credo di avere un forte mal di schiena >> si lamentò Carmelina; << Dove sei Matilde? >>

<< In un bell’albergo a Roma per una convention >>. Potrei scommettere che sei lì a lavorare tanto senza sosta >> osservò Carmelina, lei una fervente cattolica praticante e spesso rammentava a sua figlia di non essere mai a casa, di strafare, di non essersi sposata precocemente con un bravo ragazzo senza timor di Dio. << Oh mamma! Non voglio che tu mi dica sempre le stesse cose, lavoro, ed economicamente sto bene, sono una donna indipendente e amo questo lavoro >>. Non senti in tv discorrere dei divorzi, a causa della disoccupazione? Lo sai di che cosa parlo vero? Pensi a riposare adesso, a risentirci >>.Scocciata le chiuse il telefono. Riprese la convention e al termine, alla svelta andò a prepararsi, si guardò allo specchio e disse:<< Mi sento esattamente come quando ero un’adolescente, sospirò. Agitata riscese per un piccolo spuntino e subito un cameriere venne avanti,reggendo un vassoio con tanti rustici << sono veramente buoni grazie, ma cosa c’è dentro? Sono antipasti e specialità di quest’albergo >>. Ora si che si sentiva rilassata, il lato piacevole della vita<< mangiare, bere, uscire >> esordì Matilde a quel punto guardò l’orologio e disse ai suoi colleghi, che doveva uscire di già; ma Denise protestò con calore: << Siamo ancora all’inizio del break!

No, cara credo che la convention sia terminata troppo tardi oggi >>.<< Ma perché non rimani? Nascondi qualcosa? << Sei gentile, ma un impegno mi chiama veramente dovrei andare >>. Giunta all’appuntamento lui già cera e i suoi fieri occhi verdi la fissarono tanto da emozionarla. Si salutarono, s’abbracciarono a lei parve che il suo corpo possente fosse scosso da un brivido. Si sentiva confortata, protetta nello stare insieme ad Alessandro .

Con forza Matilde si stringeva, poi camminarono e si fermarono per prendere un thè.La saletta del bar era piena di gente e ordinarono dei biscotti di pasta frolla appena sfornati,un thè classico e un caffè lungo. Alessandro aveva in mano la tazza del caffè,ma per parlare ed ammirarla nel suo immenso fascino staccava lentamente la tazzina dalle labbra e si ricambiavano gli sguardi. Lui era eccezionalmente curato,bello e doveva saperlo,ma non sembrava dare molta importanza alla cosa;Ciò che sembrava dare realmente importanza ,era il suo lavoro e far sapere al mondo che lui era libero di pensarla come voleva. Aveva la pelle scura,nonostante non fosse abituato a vivere all’aria aperta. Preferiva starsene in ufficio. Aveva capelli leggermente brizzolati,ma ordinati ,gli occhi verdi brillanti, e cangianti in base alla luce del sole. Posò la tazzina e le strinse la mano dicendogli:

<< quanto sei bella Mati! >> Ma poi lei gli chiese della sua famiglia: << Be, i miei genitori sono anziani, vivono da soli e fortunatamente sono in salute. Ho due sorelle più grandi di me, mio padre è un uomo molto orgoglioso e severo, bè, un pò mi assomiglia. Io ho studiato all’università “La Cattolica di Roma” e subito dopo sono andato a vivere da solo per avere i miei spazi.,la mia indipendenza e un po’ di privacy.

E infine viaggio molto. Matilde, si sforzava di capire il senso della sua vita e ogni tanto gli sorrideva. Infine al termine della loro conversazione, uscirono dalla porta posteriore del bar e si fermarono un po’ a guardare le bellezze della natura. Fuori il chiasso diminuiva e si appoggiò per un attimo alla parete e lui gli disse: << attenta Mati puoi sporcare la tua giacca >>

<< No, tranquillo, non credo che mi sia sporcata >>. Tirò giù la sua gonna, senza preoccuparsi di quello che lui potesse pensare. L’ordine non era fatto tanto per lei, infatti si rese conto che la sua calza era leggermente sfilata, ma non diede importanza ma alla fin fine non ne aveva una di ricambio. Per un attimo Alessandro, parve sul punto di sorridere. << Mati hai la calza smagliata, se rifletti bene alla luce scusami, ma devi imparare a portare in borsa almeno un paio di collant nuovi, non credi? >>

<< Credo che tu abbia ragione, ma la fretta mi gioca brutti scherzi! >> In così poco tempo Alessandro si rese conto che Matilde era una donna intelligente, capace di nascondere i suoi timori, attenta al suo vestito, ma poco ai dettagli, e all’ordine. Matilde era stranamente tanto gioiosa nonostante la figuraccia!

Ma ad un certo punto lei gli chiese: << Alessandro come fai a lavorare cosi tanto? >> << Io non lavoro con le braccia, ma con la testa e mi piace, così come mi piace la regione laziale, è l’unico modo per avere tutto e al tempo stesso la mia indipendenza. Se decido di lavorare fino a tarda sera e a permanere in ufficio, è solo perché c’è bisogno di me. E la mattina dopo, affronto il traffico reso impossibile, pur di arrivare alle otto precise, mentre poi vedi che c’è chi ridacchia e pensa: Ma dove annate? E questo mi infastidisce terribilmente la maggior parte degli uomini si sposa, mette al mondo figli lavoricchia. Sposarmi? E il suo corpo si irrigidì improvvisamente! Preferisco una convivenza, prima! Non è il matrimonio che da rispettabilità, Mati, quale necessità avrei di sposarmi? Ribattè con l’esasperante aria di superiorità, di tutti gli uomini.

Matilde <<Bè alcune scelgono di donarsi senza legami>>forse è questo che ti fa riflettere bene sul matrimonio>>.

<<Intendo,quelle che si danno liberamente!>>

A nessuno potrebbe piacere di sposare una donna così,per cui devi conoscere bene una donna prima di fare un passo importante! Su questo hai perfettamente ragione.

Sai Mati e l’accarezzò guardandola con intensità negli occhi. Ci sono dei fatti che mutano il tuo mondo e in un secondo istante i suoi occhi verdi si fissarono su di essa.

Istantaneamente lei capì, che non voleva sentirsi un uccello da preda. Teneva lo sguardo fisso su di essa,mentre parlava e per un intero minuto udìì il suo fruscio della sua gonna di seta,mentre lei camminava per il viale, un po’ più avanti rispetto a lui. Ad un punto l’afferrò dal braccio e le disse:<non so cosa mi sia preso appena ti ho vista Mati! Per me, è qualcosa di più di una semplice simpatia o attrazione da una femme fatale >>. Matilde: << Anche per me lo è !Penso di essermi invaghita di te e di Roma guardando in maniera raggiante questa città è un piccolo gioiello e la gente è così simpatica! Nel frattempo fece una girovolta….E disse: Completamente diversa dai pugliesi dove quasi ogni persona che incontri sembra che voglia invidiarti o esserti nemico/a. Poi questa è una mia impressione.

<< Dove ti piacerebbe vivere Mati? Domandò con tono volutamente indifferente, come se la decisione non fosse imminente: << In città o fuori? >> lei:<<.Io, sinceramente preferirei fuori tipo Latina o Frosinone,.

Non mi dispiacerebbe fare la pendolare. Per me, stare fuori città sarebbe più semplice, dato che provengo da un piccolo paesino; ma sta a te decidere. >> e lui :<< Vedremo. .>>

Anche quella giornata fu straordinaria. Per Matilde, Alessandro si mostrò soddisfatto della sua reazione. Quando si lasciarono, gli ricordò che l’aspettava il giorno seguente al mattino, in modo tale da poter fare la colazione assieme. Giunta in albergo lei si sentì angosciata, il giorno successivo in serata sarebbe ritornata in puglia, ma non ci voleva pensare affatto, voleva rimanere di ottimo umore senza svilirsi, anche se non c’era altro cui pensare prima. Il giorno successivo le nuvole si affacciarono nel cielo e sembrava tutto triste, lui la stava aspettando in giardino, vicino alla piscina dell’albergo con un mazzo di calantha.

Aveva la solita aria rilassata e affascinante, ma non amava aspettare e lo faceva accendendo una sigaretta. Indossava un pantalone beige, una camicia azzurra perfettamente stirata, una giacca attillata dello stesso colore del pantalone e toppe marroni ai gomiti, con scarpe Gucci marrone, era di un’eleganza esagerata. Dopo mezzora Matilde comparve con una maglietta rosa antico, giacca e gonna neri ed un folaurd nero con piccoli richiami sull’argento con scarpa alta a decolté. Finalmente si recarono a far colazione, dove venne servito loro due cornetti con metà crema e metà marmellata con caffè e cappuccino chiacchierarono ancora. Ad un certo punto li colse un collega di Matilde; i due uomini si strinsero la mano e si presentarono: << Francesco, questa donna è una in gamba voglio che tu lo sappia,anche se a questa convention non ho avuto modo di vederla più di tanto. Ora ne capisco la motivazione>>

Era la cosa giusta da dire e ad Alessandro faceva piacere. Ineffetti l’aveva un po’ rapita dai suoi colleghi e dal suo lavoro. Quanto a Francesco ,fu soddisfatto di quello che si sentì dire. Matilde era così orgogliosa di Alessandro e fu felice di averlo presentato a qualcuno ,e poi gli voleva un tal bene… Questo fu dalla prima serata in cui si erano incontrati.

Matilde aveva gli occhi un po’ lucidi pensando a quanto era buono ,gentile e generoso Alessandro ma la sua partenza si avvicinava .

Successivamente girellarono per i negozi in via Borgognona, nei luoghi cult dello shopping di Roma,dove c’erano le boutique di Biagiotti,Fendi,Armani eccetera…eccetera.

Alessandro aveva già espresso che il posto più adatto per vivere bene fosse la sua città e proprio per questo l’attraversava in auto oppure l’ammirava in taxi.

Matilde rimase stupefatta di quello che vide ma nel pomeriggio lasciò Alessandro per unirsi agli altri colleghi che erano già in albergo per preparare le valigie.

Angosciata e triste decise di richiamare Alessandro e le chiese se cortesemente l’accompagnava all’aereoporto di Ciampino,pur essendo il suo hotel “Crowe plaza Roma” ben collegato con i taxi e i bus navetta;

Alessandro però sembrava su di giri.

<<Che cosa c’è chiese Matilde?>>

<<Stavo lavorando Mati!>>

<<Pensavo che ti avrebbe fatto piacere accompagnarmi.>>

<<Certo che si!Arrivo. Wow! mi preparo. Sembrava che tutto andasse a posto con estrema facilità, ma sapeva che al suo rientro in Puglia non sarebbe stato così. Qualche mezzora dopo,inquieto arrivò,Alessandro appena la vide, si illuminò in viso le sorrise e a lei parve un po’ più tranquillo. Salirono in taxi e Matilde le tese la mano e gliela strinse << verrai in puglia a trovarmi? Posso contarci? E lui << certo, ma non riesco ancora a credere che tu stia partendo per davvero >>. Tutto si era svolto in fretta.<< Tu quando vorrai, mi vedrai arrivare in puglia >> , si era detto molto disponibile << ma io sto parlando sul serio Alessandro, non voglio sentirti solo telefonicamente >>.<< Assolutamente no Mati >>. A parlare per lei era il tenace uomo d’affari che doveva pensare alle sue esigenze e al suo ufficio, e lei non aveva nessuna voglia di aspettare i quattro mesi prima di vederlo arrivare a Bari – Palese all’aereoporto.

<< Sai che non posso andare avanti senza il mio lavoro, i consulenti finanziari e non potrei cavarmela nemmeno senza te, perché mi mancherebbe l’aria. Anche se non sarebbe facile per entrambi. Al ritorno in puglia Matilde si sentiva sola ed infelice, e allora pensò tra se che forse aveva frainteso tutto, l’unica cosa davvero importante erano le persone a cui voleva bene da sempre, eppure prima credeva di avere tutto. Il giorno seguente al termine del suo lavoro si scriveva tramite e- mail con il suo Alessandro ed ogni sera si davano la buonanotte. Ormai i fine settimana di Matilde andavano sempre più a farsi benedire. Preferiva accendere il televisore e guardare un film o una fiction.Nel frattempo Alessandro usciva con i suoi amici per bere uno spritz , ma prima di uscire chiamava Matilde e sentiva la voce impastata dal sonno << Mati dormi di già? >>

<< No,. ho appena bevuto una tisana, tempo di prepararmi per andare a letto e crollerò dal sonno, sono stanchissima.>>.

<< Ma tu quando rientri a casa? >> Di sicuro presto, non c’è niente che mi interessi Mati, a parte bere un drink con amici >>.

Come vanno le cose da te? >> << Ho sbrigato un lavoro in aereo principessa; le cose vanno bene diciamo, mi manchi tanto .

Poi domani sarò chiuso in ufficio come un topo in trappola. La sua voce aveva un tono malinconico e lei comprendeva bene il suo stato. La notte lo pensò intensamente e sonnecchiò. Prima dell’alba si addormentò per un po’ e si svegliò per un sussulto per via di un brutto sogno. Sua mamma passando dal corridoio entrò in camera: << il peggio è passato; Matilde dormi un’altro po’ è ancora presto. Il rumore della pioggia insistente la risvegliò, e nonostante si chiudevano gli occhi la sveglia suonò; Doveva andare a lavoro. Forse quella mattinata sarebbe stata tragica, ma doveva affrontarla. Arrivata in azienda non riuscì a dire una parola, il suo collega sistemava dei documenti e tenendo il bicchierino di plastica del caffè,si versò una goccia di caffè sulla giacca, nessuno osò ridere e Matilde lo aiutò. Francesco tenne lo sguardo fisso su di lei . << Tutto bene ti vedo triste? >> Matilde si mordicchiò nervosamente le labbra << non sono molto tranquilla ultimamente . >>

<< Cosa ti succede? Possiamo parlarne? >>

<< No sono faccende di cuore e in queste situazioni nessuno ti può aiutare. Per questo passeggiavi avanti e dietro nel tuo ufficio,con un nervosismo che non conoscevo?vedrai che se è amore i fiori fioriranno.

<<Per non pensarci Francesco,devo spendere come una matta nell’acquistare tanti vestiti.>>.

Si voltarono tutti i suoi colleghi. Chi avrebbe mai pensato che una donna come Matilde avrebbe sofferto per amore?

<<Ben detto,rispose una sua collega. Ogni tanto qualche follia a vivere più a lungo >>.

<< Ciò che Matilde decide alla fin fine sono affari suoi,non tuoi Denise le disse Francesco..>>

Matilde scosse la testa .<<Donna ficcanaso!come faceva a sentire il nostro discorso se stava in ufficio?>>Francesco scuoteva la testa .<<E’ sempre in allerta ad origliare,per questo ha sempre la porta del suo ufficio spalancata >>.

<<Non devi meravigliarti, ma sa della tua storia? No ma credo che l’abbia capito. Finalmente Matilde aveva ritrovato le parole. << Matilde vedrai che questa storia nonostante le difficoltà ti darà anche un pò di felicità. La certezza oggi giorno non c’e la garantisce nessuno, solo la morte è sicura.

<< Tu capisci l’inferno che vivo adesso? Come si fa a star lontani dalla persona che si ama? << In un modo o nell’altro, non devi soffrire,vedrai che prima o poi verrà a trovarti, e questo sarà solo un brutto episodio della tua vita. Poi Francesco vide lei sfinita in volto e la guardò con una tenerezza mai vista prima. Delicatamente posò la sua mano sulla sua, poi sentì la sua mano chiudersi lentamente nella sua stringendola per dargli conforto,

<<Sscusa Matilde >> e li per lì sollevò lo sguardo, una donna così laboriosa e forte in apparenza all’improvviso scopre le sue fragilità in amore, Bene dice Francesco cioè, male non voglio trattenerti oltre e lei dice: << sì il tempo di chiudere l’ufficio e rientro a casa. Matilde sapeva a chi dare il suo amore, ma in quel momento aveva solo bisogno di conforto, la sua stessa vita voleva darla solo ad Alessandro. Nel frattempo Alessandro era nel suo ufficio, e veniva infastidito dalla sua segretaria, un po’ pienotta , ma tanto frivola ….. Haii perso la testa Alessandro per una donna? Vale la pena soffrire tanto per la sua bellezza? Lui si voltò lentamente verso di lei << Paola, Matilde mi a dato in questi pochissimi giorni, cose che nessuna donna mi aveva mai dato! E poi nonostante la sua giovane età, ragiona come una vera donna. << Io non ti permetterò di gettare al vento il tuo futuro! Lei è una meridionale non te lo dimenticare. >>

<< Questa è la tua collera per il mio rifiuto Paola, smettila! Potrebbero esserci delle procedure legali che richiedono la mia presenza devo lavorare ancora, ma tu puoi rientrare.>>

Si salutarono e all’uscita dall’ufficio finalmente solo, chiamò Matilde

Pronto? << Mati stasera esco a piedi solo per far due passi sto per chiudere l’ufficio e tu? >>

<< Sono a casa, oggi ho avuto una pessima giornata, prima di dormire pensavo di leggere un buon libro e di mettermi sotto le lenzuola >>. << Il tempo di prepararmi la cena principessa e poi farò lo stesso. E si trattennero ancora al telefono. Mezzora dopo un temporale estivo si avvicinava verso Roma Mati qui a causa del maltempo rischiamo di perdere la rete ci sentiamo domani? >> << Certo tesoro, ti mando la buonanotte, ma fa presto a rientrare >>. << Si lo farò,percorrendo il viale a psso sostenuto. A domani >>. Il giorno dopo ….

Ecco la nostra diplomatica!

Denis, era la solita nel far battutine sarcastiche e Matilde si sedette alla sua scrivania senza dargli retta. Quando ebbe finito di lavorare, pensò a lui. Le probabilità di rivederlo prima di quattro mesi erano minime; di tanto in tanto nonostante la sua solitudine guardava i raggi del sole che riflettevano sulle pareti creando prismi di luce lei ne osservava ogni particolare. Sospirava e riprendeva a sistemare il suo ufficio ,(tolse dei documenti per archiviarli,rivisitò dei vecchi documenti ) .Poi uscì dal balcone e appoggiata alla ringhiera guardava il cielo ma il suo cellulare era completamente muto,però sapeva che stava facendo la cosa giusta.

Un mese in meno non avrebbe mai reso facile la situazione.

Si sedette sulla poltrona relax e cominciò a giocherellare con una ciocca di capelli creandosi l’effetto boccolo.

Quel pomeriggio libero voleva dedicarlo a se stessa.

In serata arrivò la sua migliore amica Maria per una cena .

<<Maria vuoi che ti preparo un’insalata? >> Mentre si infilava il grembiule continuava a parlare.

<< Se c’è volentieri altrimenti va bene lo stesso >>. Lei sorrise.

<< Il mio motto è che se non devo cucinare, mangio praticamente di tutto >>.

Maria << Anch’io da quando ho iniziato a lavorare pranzo fuori, e quasi tutte le sere non ho un grande appetito >>. << Capisco però non fare paragoni con gli standard dei ristoranti mi raccomando, lo sai che non sono portata per le faccende domestiche, però so cucinare, e nel tempo libero mi dedico ben volentieri, ma non sono una cuoca professionista >>. Matilde: << sono sicura che andrà benissimo, mi piacerebbe una mano, però >>. Lei la fisso sorpresa << non dirlo nemmeno per scherzo, stasera sei mia ospite, però se preferisci vuoi rilassarti in salotto, e leggere una rivista di moda e ti chiamo quando è tutto pronto >>.

Lei scrollo il capo,:<< se mi sdraio adesso crollo per la stanchezza, oggi ho stirato la roba mia e di mio marito e non solo >>.

Tra lei e la sua migliore amica, c’era un senso d’intimità, ma non sapeva era giusto parlargli di Alessandro. C’è qualcosa di fresco nel frigo da bere? >>.

Maria fa come se fossi a casa tua. Lo sai che io e te siamo come sorelle.

<<Ma no fai tu.>>

Matilde guardò i ripiani del frigorifero: << Gradisci a quest’ora un bicchiere di chinotto? O preferisci l’acqua frizzante?. >>

<< In genere con mio marito bevo lo chardonnay, ma per stasera prendo un bicchiere di chinotto ,siamo tra amiche e si cambiano le abitudini >>. << Sarà meglio se vado per non voglio bruciarlo la cottura del pollo >>. Nel frattempo la sua amica andò in bagno aprì l’acqua e si lavò le mani, Matilde notava come si insaponava con cura il palmo delle mani e poi le dita una per una. << Certo che sei la solita perfettina Maria >>. Ritornò in cucina, aprì il forno, controllo la temperatura e tirò fuori il pollo. Sai Matilde ora che siamo a tavola così vicine non ti vedo così tanto bene, c’è qualcosa che non và? Se non ho pensato male …… e ti conosco da anni …..credo di aver capito ti sei innamorata dell’uomo sbagliato per caso? Per un attimo ammutolì poi si riprese << come fai a sapere del mio innamoramento? L’ultima volta al telefono mi sei sembrata con tono di voce diversa e da lì che ho intuito qualcosa di strano >>. << Mi sono innamorata, ma non dell’uomo sbagliato, e solo la lontananza che ci crea problemi; e tante volte mi sento sola come un cane, pur essendo circondata da tanta bella gente >>. << Mi dispiace , se vuoi posso starti vicina. Adesso quando vi rivedrete?,>> << Ci rivedremo tra due mesi >>. E l’amica: << Dai devi essere paziente, tu sei una ragazza forte ….ricordi quante ne hai passate? Posò il piatto vicino la cucina,e al termine della cena, rimasero a parlare del più e del meno e di come erano stati bellissimi quei momenti trascorsi con Alessandro; gli raccontò del loro incontro delle loro lunghe passeggiate per far shopping nelle migliori boutique di Roma. In principio ne parlava, in maniera impacciata, e poi prese a chiacchierare in tono rilassata. La conversazione fu piacevole, perché tra di loro c’era stato un clima di confidenza da sempre. Fuori il vento si era calmato, e la serata prometteva bene, e decisero di continuare la loro chiacchierata fuori dal balcone, lasciando la cucina in disordine. Il cielo era stellato, sarebbe stato bello immortalare quella serata con una macchina fotografica. Rientrati, Maria aiutò a sparecchiare la tavola, e portare i piatti sulla cucina, si era fatto tardi, e per questo rimandarono le faccende domestiche al giorno successivo. Si salutarono con un abbraccio: <<Aggiornami sulla tua bella love story >>. In quell’istante arriva un messaggio << Principessa, stasera non mi hai pensato proprio? >> << Mio principe ero a cena con una amica, ma ti giuro che ti ho pensato per tutto il tempo, ti giuro. >> <<Principessa ti credo! Buonanotte amore mio! >> Si alzò di buon mattino, aveva da sistemare la cucina. Si preparò il caffè, il latte, aprì un pacco nuovo di biscotti, fece una abbondante colazione, e di corsa al suo lavoro. In quella mezzora di strada, incrociò due coppie di giovani, pensò che le belle giornate avrebbero attratto molte coppie per le passeggiate sui viali di Bari. Calcolò che Alessandro a quell’ora era già in ufficio e l’affiorò l’immagine di loro due insieme; poi giunta nei pressi della sua azienda, venne colpita dalla consapevolezza, che sarebbe passato ancora altro tempo prima che lei potesse sentire il profumo di lui in acqua di Giò di Giorgio Armani, inspirò con forza, cercando di soffocare un grido.

Aperto l’ufficio ,Francesco si voltò di colpo,con gli occhi sgranati.

<<Matilde?>>chiese:Stai bene?

Lei non rispose. Si era portata le mani al viso per tamponarsi il make- up,e tutto quello a cui riusciva a pensare era, che da quel momento in poi avrebbe segnato sul calendario i giorni che mancavano all’incontro di Alessandro in puglia. Rispose Francesco: << Matilde, è a Roma >> La voce ferma sorprese anche lei. A Roma ripetè Francesco << perché non prendi un giorno di ferie e non vai a trovarlo? >> << Non posso farlo >>

<< perché >> << Prima di spiegartelo voglio ricordarti che lavoro >> disse Matilde,e lui << tutti lavoriamo >>. Lei sorrise, e lui continuò << ma, sei sicura dell’amore che lui prova per te? >>. Spinse un documento verso Francesco, per la rabbia fattasi sentire in quel momento. << Certo che ne sono sicura .>> In superficie, tutto scorreva come sempre, partecipava attivamente alla vita politica, andava spesso a trovare sua mamma, tre giorni a settimana. Era animata sempre da un nuovo entusiasmo ed era il pensiero di Alessandro che al contempo gli creava sbalzi di umore, e la diversità del suo atteggiamento non sfuggì all’osservazione di chi lavorava da anni con lei. Da quando aveva conosciuto Alessandro,di tanto in tanto si concedeva un massaggio relax in una spa, ignorando la distanza che la separava da Alessandro. Tutte le mattine apriva il suo indirizzo di posta e-mail e controllava accuratamente le sospirate e attese e-mail

del suo principe.

Quando arrivava l’ e-mail l’aveva letta in salotto, e appena terminata, ricominciava a rileggerla per la seconda volta più lentamente. Matilde si era resa conto che Alessandro stava mantenendo fede alle sue promesse , anche se non era gratificante come vederlo e sentire i suoi abbracci e i baci su di sé, ma la passione, il garbo contenute nelle sue frasi sembrava accorciare la distanza che li separava. Le piaceva immaginarselo mentre le scriveva. Se lo raffigurava seduto alla sua scrivania di legno moderna con la sua lampada stile col che illuminava i tratti del suo viso perfetto, ma al contempo un po’ stanco. Si chiedeva se scrivesse velocemente ,con le parole che fluivano ,oppure se si fermasse ogni tanto a guardare nel vuoto ,per raccogliere i suoi pensieri .Alessandro le telefonava anche ogni sera, e il suono della sua voce le provocava una stretta al cuore e le mani sudaticce. Lo stesso succedeva se sentiva il suo tono addolorato mentre le diceva che gli mancava intensamente.

Fino a ieri non avrebbe mai immaginato di potersi trovare in una situazione simile, riflettè mentre si rilassava in vasca. Nè di potersi sentire attratta da uno sconosciuto. La sua chiusura verso il mondo esterno dipendeva molto anche dalla concentrazione per il suo studio ,per la caparbietà nel voler fare carriera ,per la sua attrazione nel voler guadagnare la vita agiata e piena di lussi.

Così più o meno aveva smesso di pensare un po’ a se stessa, si disse che aveva rinunciato ad uscire con le amiche, le passeggiate, aveva perfino abbandonato il king Boxing. Tutto ciò che faceva aveva uno scopo pratico, e sebbene fosse stata convinta di mantenere in questo modo l’ordine, ora si rendeva conto di aver commesso un errore. La sua routine quotidiana consisteva in una serie di obblighi, e questo sarebbe bastato a sfinire chiunque. Di colpo si rendeva conto che, abbandonando le piccole cose che davano senso alla vita, non aveva fatto altro che dimenticare, chi era veramente. Passare il tempo con Alessandro aveva aiutato anche a lei .

Finì di lavarsi, asciugò il suo corpo, e mise e mise la crema idratante che era sulla mensola. Poi con l’accappatoio tornò in camera e si vestì. Si asciugò i capelli e li mise in piega, passo il trucco, il fondotinta , mascara, una pennellata di fard e il rossetto rosso comprato in profumeria. Il telefono squillo, era Gregory il suo migliore amico:

<< Bellezza come stai? Sei rientrata da Roma? >> << si sono rientrata, essendo oberata di impegni, non sono riuscita a contattarti devi scusarmi. >> << Io non sapevo cosa fare, cercarti o non cercarti >> e lei :

<< Sai avrei tante cose da raccontarti non poteva essere vero, pensava intanto ….G: << Sai Matilde sei la solita matta, riesci sempre a farmi stare in pensiero. Mi son detto, gli scrivo una e-mail .

<< Come mai? >> << Mi stava cominciando a venire un’ansia tremenda, in realtà .>>

M: E cosa volevi scrivermi,nella e- mail?della tua ansia?

G:E’ inutile che fai sempre quella che cade dalla luna.

M:Vale a dire?Il mio non esserci in maniera continua eccetera?

G:Si usa come al tuo solito gli slogan del cavolo.

M: Dai parliamo di quello che mi è accaduto durante la mia permanenza a Roma.

G: Perché ci sono novità?

M:Certo che sì,solo che abbiamo bioritmi ,completamente diversi;tu sei elettrico e io invece sono la solita comodona e delle volte preferisco scivolare nel sonno e non star lì a parlare.

G; << Buonanotte allora>>

M; << Hei aspetta! Mi sono innamorata dopo un incontro! Lui è romano! >>

G; << Non ci credo >>

M: << Credimi! Ho incontrato un uomo appassionato e pieno di slanci.>>

G: << Ma dove si nasconde la fregatura?

M: << Non ha slanci da bambino pazzo, ma conosce il giusto senso delle cose, è un uomo equilibrato, ecc… >>

G: << Matilde possiamo parlare di persona questa è una cosa seria. >>

M: << Oh, ora mi si chiudono gli occhi, a presto Gregory. >>

Il mattino dopo, al risveglio, il cellulare squillava in modo insistente, lei mette la mano sul comodino cercandolo lo trova e subito parla:

<< Pronto? >>

A:Principessa come và? >>

M: << Bene .>>

A: << dove vai ,a lavoro? >>

M: << Si sto scappando, hai letto il mio messaggio? >>

M: Non ancora,per via della fretta amore .

Guardo ogni tanto lo scherma del cellulare mio principe, ho sempre avuto un problema con il telefono, per motivi di lavoro già sono inchiodata sempre al telefono e ora vista la nostra relazione forte lo terrò sempre con me.>>

A;: Andava avanti e avanti. << Principessa siamo lontani, e ho sempre voglia di dirti cose interessanti , e di sentirti. >>

M: << Ma sei un amore .>>

A:<< Oggi fino a che ora rimani in ufficio? >>

M: << Fino al tardi pomeriggio, quindi mangerò un pezzo di focaccia al volo amore. >> A; << Comunque a giorni, organizzo la mia partenza per venire da te. >>

M: lei sorride << sono contenta amore..>>

Verso pranzo Matilde gli manda degli sms da M. ore 13 :15 amore mi manchi tanto. Da A. ore 13: 25 mi manchi anche tanto, tu amore. Principessa muoio dalla voglia di vederti.

Da M. Tu sei il mio principe azzurro, a dopo, un bacio. In serata Matilde rientrò a casa, tempo di preparare la cena e si collega sulla sua e-mail.

 

Da Alessandrodannunzi@gmail.com

 

Ore 21:15

Cara Matilde,

siamo entrambi adulti ed entrambi sappiamo di cosa abbiamo bisogno;Tu hai una vita fatta di grandi sogni ,devi sentirti impegnata e gratificata ma è la tua natura.

Ma a noi ci pensi sempre?io credo che tu debba credere in noi ma toglimi una curiosità come immagini il nostro futuro insieme?

 

Ore 21:35

Mio principe è importante che entrambi costruiamo qualcosa di importante e di duraturo e far convergere i sogni di entrambi.

Io penso sempre a noi. Io sono pronta a cambiare casa e lavoro, purché tutto ciò sia fatto in base ad un progetto concreto e realizzabile. Io ti stimo e so apprezzare come poche, le tue caratteristiche vitali, profonde, ma delle volte non riesco a comprendere le ragnatele dei tuoi pensieri. Ricordi che dicesti a Roma di non volere un matrimonio? Cosa vorresti prospettare per noi? Una convivenza? Tu devi dirmi chiaramente quello che desideri dalla nostra relazione. Ora vado a letto, Un abbraccio principe azzurro. Il giorno successivo lui risponde all’e – mail. << Principessa devi fidarti di noi, qualsiasi cosa io ti chiedo, lo faccio per il bene di entrambi. Avremo modo di parlare personalmente, e senza prenderci in giro ‘’ sappi che domani arrivo a Bari, e ci vedremo in via Amendola o nei pressi dell’agenzia dell’entrata . Ti voglio bene Mati.

Il giorno dopo Matilde ha modo di leggere la sua e-mail, e incredula cade nell’agitazione più totale. Cosa indossare per un aperitivo? Dove noleggiare un auto per passare a prenderlo? Iniziò ad organizzarsi e fece un giro a piedi per il centro per fare un po’ di acquisti. Sfinita rientra a casa. La notte dorme male. Chissà come l’avrebbe ritrovata pensava tra sé, appena uscita. 

 

 

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News » Il racconto della Domenica - Sede: Nazionale | domenica 16 luglio 2017