COSA NON SI FA PER FARSI PUBBLICARE

04 novembre 2017

di Giulio Milani

I modi per allacciare rapporti con un editore non sono mai abbastanza e i contatti, per lo più, si restringono nelle occasioni delle varie fiere e saloni del libro. Consigli (non richiesti) su come tampinare un editore al Salone (inteso come i vari Saloni del Libro e Fiere presenti in Italia):
1. selezionare l'editore col catalogo più affine al tipo di produzione che proponi; questo significa che devi aver letto qualcosa, devi avere una bussola, non puoi presentarti davanti all'editore in carne e ossa, ai suoi autori, ai suoi collaboratori, come se la casa editrice fosse nata oggi: una premessa molto importante come vedrai;
2. le case editrici, in Italia, che possono davvero storicizzare il tuo esordio, tra le medio-piccole non sono moltissime: contarne una dozzina è lusinghiero; se ne hai mappate di più, c'è qualcosa che non funziona nella tua bussola: riprova l'anno prossimo e intanto approfitta del Salone per fare domande e chiarirti le idee;
3. prima di tampinare l'editore, visita il sito e prendi informazioni sulle modalità di invio dei manoscritti, sul catalogo e sulle attività della casa editrice: ti serviranno per imbastire una conversazione proficua, stare sul pezzo ed evitare di presentare un testo con argomento simile a quello che proponi tu;
4. prepara con cura il tuo manoscritto, e corredalo di una scheda biobibliografica breve (3/5 righe al massimo) e una sinossi di massimo 10 righe: anche qui, cerca di imitare lo stile delle quarte di copertina dell'editore in questione, non quello della tesi di laurea e del curriculum; il plot perfetto è quello che richiede meno di due minuti per raccontarlo; la quarta e la nota biobibliografica stanno in una pagina, e se l'editore ti dice di inviare il manoscritto per email – cosa che non accadrà se seguirai in modo coscienzioso questi consigli –, almeno potrai lasciargli quella;
5. non presentarti allo stand con una pila di fotocopie sottobraccio, porta un manoscritto per ogni editore, ben occultato nella sportina da lettore forte (non ti presentare con lo zaino da nerd); prima di sganciare l'ordigno, cerca di trovare un momento di fiacca davanti allo stand (non è difficile), chiedi informazioni sulle novità, parla di (almeno) un libro in catalogo che ti è piaciuto e fai i complimenti per il lavoro che stanno svolgendo; evita di chiacchierare troppo, fai anzi sbottonare il tuo interlocutore con domande attente, puntuali, mai riferite al tuo lavoro e allo scopo finale della visita: tanto in fiera c'è tempo (per questo, con un pizzico di fortuna, nelle pause il tampinato potrebbe dare una sbirciata al tuo testo) e agli editoriali piace un sacco parlare del loro lavoro, che spesso considerano – a torto o a ragione –, il migliore al mondo;
6. dopo aver abbassato la guardia del tuo interlocutore con questo benevolo ingaggio di ammorbidimento, acquista un libro tra quelli di cui l'editoriale ti ha parlato: non c'è musica più soave per chi si sta sbattendo allo scopo di ripagarsi almeno le spese di trasferta, non c'è gratificazione migliore per averlo fatto parlare tanto a lungo: ti sarà riconoscente; se c'è a tiro un autore, acquista la novità e fatti firmare il libro: avrai guadagnato due punti e l'ipotesi che il testo venga sbirciato si fa più concreta;
7. prima o dopo la visita, fatti vedere almeno a una presentazione: aiuta la focalizzazione dell'editoriale e ne gratifica il lavoro;
8. dopo l'acquisto del libro, lo sfogli con attenzione e alla fine, con nonchalance, te ne esci con una frase come questa: “Mi piace molto il lavoro che fa questo autore sulla lingua e sulla prospettiva, non so se ha i miei stessi riferimenti letterari ma mi piace. Io quando scrivo, non posso non tener conto del magistero di Carver, per gli americani, e di x, y e z per gli italiani”. Carver è come la criptonite per Superman, gli smonta tutte le difese; quanto agli italiani, cerca di citare a proposito; se non sai chi citare, ripassa l'anno prossimo e intanto fatti un giro esplorativo al Salone.
9. dopo aver citato due o (massimo) tre italiani quotati, di cui un classico - ma non troppo remoto nel tempo, ovvero non precedente agli anni ottanta - e un contemporaneo, caccia fuori l'ordigno e sgancialo accompagnandolo con una frase del tipo: "Se riuscite a darci un'occhiata, vi garantisco che non vi ucciderà: il veleno sulle pagine era solo nei libri del temibile Umberto Eco." Risata unanime sul capro espiatorio tascabile e saluti.
Se i consigli vi sono stati utili, ricordate di nominarmi nelle vostre preghiere. Buona fortuna!

 

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News » CURIOSITA' - Sede: Nazionale | sabato 04 novembre 2017