di Luca Figlioli
Redigere la memoria di una persona scomparsa in una manciata di righe è sempre un compito critico e riduttivo. Si incorre nel rischio di allineare i meriti conseguiti dalla persona nei rigidi binari delle tappe conseguite, come a incasellarne l’esistenza in un’asettica griglia, a cui tutti prima o poi verremo richiamati.E nel tuo caso, caro Prof. Sergio, è un compito davvero ingrato, data la vastità e l’eccellenza dei tuoi pregi come insegnante, come professionista e come persona. Ripercorrendo i tuoi valori in poche righe si inciampa nel rischio di catalogarli ed affidarli ad un elenco, come la più spoglia e arida delle biografie.Artista poliedrico, compositore, insegnante e massimo esperto di produzione nel panorama musicale internazionale, sono solo alcuni dei tuoi tanti, tanti pregi. Credo davvero che l’eccellenza in uno solo di questi campi equivalga a più che una sola vita.Pregi di natura non solo professionale, perché la musica era il tuo motore, la tua aria, e dunque equivalgono a valori di profonda rilevanza umana e personale.Ho avuto il privilegio di essere tuo allievo tanti anni fa e sono stato investito dal tuo tratto unico: quell’affascinante equilibrio tra creatività e sregolatezza, tra rigore della conoscenza e informalità, che hanno da subito appassionato me e i miei compagni alle tue lezioni e alla tua persona.L’eccellenza del tuo talento, contrappuntata da un metodo informale; l’inattaccabilità della tua preparazione didattica, stemperata dall’immancabile battuta goliardica.Ricordo una serata in un locale, dopo una tua lezione, trascorsa a indovinare a orecchio i suoni emessi soffiando nel beccuccio delle bottiglie. Non ne sbagliasti uno. Questo è il ricordo di te a cui sono più legato: un insegnante che sapeva stare sul più alto degli scranni e mettere a tacere tutti, lasciando intatto quello spirito genuino di vecchio compagno.
Ciao Sergione.
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