Elaborazione del lutto: lo shock e le emozioni

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Elaborazione del lutto: lo shock e le emozioni

di Roberto Dall'Acqua

L’esperienza del lutto è, solitamente, legata a una perdita che non si identifica necessariamente con la morte di un congiunto. Si può attraversare una fase di lutto, anche, dopo la nascita di un bambino con disabilità, la scoperta di una grave malattia, la fine di un amore, un licenziamento, un furto, una violenza. Il lutto si evolve e si risolve in meno di 6 mesi, se l'intensità o la durata sono eccezionali si parla di un lutto patologico. Questo evento, nel caso di un decesso, è tanto più difficile da superare quanto più improvvisa, o tragica, è stata la morte o quanto più sano e giovane era la persona scomparsa. Le fasi dell'elaborazione del lutto – comuni a pressocché tutte le culture – sono standardizzate e non hanno un tempo di svolgimento, né un ordine, preciso ma rappresentano graduali tappe verso la reintegrazione nella vita di tutti i giorni. Gli stadi da affrontare sono:

  • shock;

  • disorganizzazione;

  • aggressività;

  • invidia;

  • vergogna;

  • negazione;

  • ricerca;

  • razionalizzazione;

  • colpa;

  • depressione;

  • identificazione;

  • reintegrazione;

Da uno stato trasognato in cui è difficile rendersi conto di quello che è successo (shock), si passa alla ripetitività di gesti dove prevale l'ansia (disorganizzazione), per arrivare ad un'aggressività che spesso sfocia nella frustrazione. Un rabbia verso se stessi, gli altri, Dio o addirittura nei confronti dello stesso morto che ci ha lasciato. L'invidia di una vedova verso una coppia unita, o di un figlio che ha perso il padre guardando il genitore dei propri amici, sono altri aspetti da tenere conto così come la vergogna e la negazione del fatto o del proprio dolore. Una ricerca spasmodica di visitare i luoghi in cui si andava, abitualmente, con lo scomparso o ripetute visite al cimitero costituiscono un altro campanello d'allarme per il superamento dell'afflizione , ma pure razionalizzare (<<Lui stesso non avrebbe voluto vivere in queste condizioni>>) e darsi la colpa o attribuirla ai medici, al morto, è un potente mezzo di difesa. Con l'identificazione si cerca di aderire ad associazioni specifiche che danno un senso di appartenenza e che allontanano (<<Gli altri non possono capire>> dalla realtà ma possono, nei casi migliori, contribuire ad accettare la propria condizione di vedeva/o, orfani, parenti e amici dello scomparso. La reintegrazione, però, è solita passare anche da una fase di depressione – acuita, a volte, da un narcisismo (<<nessuno soffre quanto soffro io>>, >>come lui non può esserci nessun altro>>) - a cui segue la metafora del cielo grigio dove si apre uno spiraglio di luce. Arrivano, allora, attimi di benessere a cui seguono i ricordi dei momenti belli vissuti con il defunto e inizia il coinvolgimento in nuove attività. Le emozioni correlate al lutto sono molteplici e, spesso, inaspettate. La tristezza, la rabbia e la colpa sono i principali protagonisti di questo momento dove si accompagna, come già accennavamo prima, quel senso di frustrazione per non avere fatto nulla per prevenire la morte, unita al rimprovero, fatto al morto, per averci abbandonato. Il senso di colpa (spesso irrazionale e non suffragato da motivi reali), l'autoaccusa e l'autocolpevolizzazione completano il quadro e, se non tenute a freno possono indurre depressioni gravi o portare al suicidio. Ansia - che sfocia in attacchi di panico – creando impotenza (incapacità di prendersi cura di sé senza la persona scomparsa) e paura di morire (consapevolezza della propria mortalità). Tra le emozioni che proviamo, quando muore una persona cara, arriva la solitudine (emotiva o sociale), lo shock (anche quando una malattia lascia intravedere una morte inevitabile), il sollievo (per aver liberato il malato della sofferenza), il torpore (meno frequente ma vede un abbassamento delle sensazioni emotive), la nostalgia (che è sintomo di superamento del lutto a meno che non scomparendo, o addirittura aumentando, spinge il soggetto a desiderare di morire per potersi ricongiungere con la persona amata.

(1 - Continua)

 

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